di Massimo Gnagnarini – Unire i Puntini Orvieto.
Piuttosto che domandarci cosa può fare l’Umbria per Orvieto dovremmo domandarci cosa può fare Orvieto per l’Umbria.
Sembrerebbe solo un esercizio retorico, ma a pensarci bene sta tutto in questo paradigma rovesciato il seme dell’ agognato riscatto politico e sociale della nostra comunità locale.
Noi orvietani dovremmo proprio smetterla di considerarci come una sorta di riserva indiana in modo da poter dare la colpa agli altri se le cose non vanno, dovremmo abbandonare ogni atteggiamento vittimistico e smetterla di raccogliere solo firme a favore o firme contro ogni cosa.
Noi orvietani soffriamo di infantilismo politico, battiamo forte i piedini quando qualche giocattolo ci viene a mancare e pensiamo magari che ripudiando la vecchia matrigna e lasciandoci adottare da una nuova matrigna questa , i giocattoli, ce li possa ricomprare per riconoscenza.
Noi orvietani che da vent’ anni non riusciamo a mettere a reddito nemmeno le molte cose che abbiamo se non le frane e le alluvioni maledette ma anche benedette, noi orvietani che non ci fidiamo di mettere altri orvietani alla guida della città, noi orvietani che amiamo le parole almeno quanto odiamo i numeri, noi orvietani che facciamo finta di credere che quando un turista lascia la città sia più entusiasta di quanto lo fosse prima di arrivarci, noi orvietani che facciamo finta di avere i conti a posto, noi orvietani autoreferenziali nella finzione collettiva e spietati con la reputazione degli individui, noi orvietani elettori per bande e per gruppi famigliari delle istituzioni cittadine senza mai curarci se alcuni sappiano almeno leggere o far di conto, noi orvietani che facciamo finta da destra di combattere il sistema di potere della sinistra e da sinistra il sistema di potere della destra sapendo, o quantomeno sospettando, che non c’è rimasto più nessun sistema e nessun potere.