di Aramo Ermini
Un tempo il mercato del giovedì e sabato mattina a Orvieto era un punto di riferimento importante per tutto il Comune.
Mia mamma, che lavorava presso famiglie orvietane, nei giorni di mercato, saliva ad Orvieto prima – abitavamo allo Scalo – per poter fare il “giretto “ al mercato, comperare qualcosa di utile per la casa, degli indumenti per lei o per il babbo, della frutta, della verdura.
Era la sua ricreazione nella settimana lavorativa.
Dai racconti del babbo so che, ancor prima, il Foro Boario con il marcato delle “bestie” era importante luogo di commercio, dove chi voleva vendere o comprare animali, pur di esserci, affrontava anche ore di cammino, provenendo anche da Bagnoregio.
La mattina dei giorni di mercato, piazza Sant’Andrea era affollata da crocchi di uomini che si incontravano, dialogando, scambiandosi notizie, informazioni…
Lo spettacolo ora è desolante: nei giorni di mercato, la mattina presto, rari passanti e, signore e signori, soprattutto anziani che vanno a fare la spesa a quel mercato un tempo fiorente, ora ridotto a mercatino di quartiere.
E’ vero, i tempi sono cambiati: Ciconia, Orvieto Scalo, Sferracavallo si sono sviluppate, ci sono i supermercati laggiù, i mercati rionali.
A Orvieto “ sotto la Rupe “ pulsa la vita economica, seppur povera dalle nostre parti.
Me ne sono accorto una mattina: sceso a Sferracavallo alle 5.00 di mattina ho fatto colazione al bar Pontremoli, già aperto a quell’ora e lì un via vai di macchine con donne ed uomini coi panni del lavoro, un caffè o un cappuccino e via.
A Orvieto “ sulla Rupe “bisogna invece aspettare le 7.00 di mattina prima che un bar apra e a quell’ora la città e pressoché deserta.
Eppure a Orvieto “sulla Rupe “ vi è il cuore istituzionale della città, solo quello però e, neppure più dopo la “ partenza del Tribunale,: un museo per i turisti egli ormai pochi residenti.
Però, perché non tentare di ridare alla Rupe il ruolo di centro pulsante della vita del Comune?
(Le scelte politiche ed urbanistiche degli ultimi decenni hanno anzi favorito scriteriatamente lo “ scollegamento “ tra Orvieto sulla Rupe ed Orvieto sotto la Rupe che, vivono grosso modo ora vite separate).
La mia “ideuzza “ è questa: Il Comune dovrebbe concedere gratuitamente, il giovedì ed il sabato mattina, la possibilità di parcheggio nel piazzale sovrastante il parcheggio “ Campo della Fiera “.
Se ne potrebbe giovare non solo la “Piazza”ma tutto il commercio del centro storico, essendo la difficoltà di trovare parcheggio ed il suo alto costo un motivo importante, se non il principale, per cui la gente non sale più sulla Rupe.
Si potrebbe inoltre tentare di potenziare la “ Piazza “ del giovedì e del sabato, concedendo alle bancarelle nuovi spazi, a cominciare da quello di Largo Mazzini, adiacente a Piazza Vivaria, oggi inutilizzato.
Da ragazzo facevo i campeggi in estate con la parrocchia e gli scouts.
Partivamo da Orvieto per Roma dove sapevamo c’erano i mercati di via Sannio e Porta Portese per comperare zaini, anfibi, camicie militari e altro, necessari per il campeggio. Da adulto, più volte mi sono recato ad Arezzo al mercato dell’antiquariato.
Perché un simile modello non potrebbe essere preso di riferimento per il mercato di Orvieto?
Un mercato con offerte attrattive, dove è facile arrivare e parcheggiare, diventa fiorente.
E’ un’idea semplice, a costo zero e subito attuabile che se ben gestita potrebbe essere un input per rivitalizzare i commerci in tutta la Rupe e oltre.