Stavolta ho firmato per i referendum radicali, anche se ha firmato, per opportunismo, anche Berlusconi. Ho firmato, anche se non mi piace il modo radicale di sparare referendum a raffica; tipo cinquecento in un colpo, che la gente si spaventa, non ci capisce molto, e non si arriva alle 500.000 mila firme, e quando ci si arriva, come per un vecchio referendum sul finanziamento pubblico dei partiti, i partiti trovano il modo per fare una legge per salvare la tasca, salvandosi come casta, dove casta una volta tanto significa meretrice…
Eppure questa volta i referendum riguardano questioni essenziali per provare a fare di questo straccio d’Italia un paese decente. Non sto ad elencarli tutti, cito a caso-
Abolizione dell’otto per mille, che va quasi tutto alla Chiesa, e che dovrebbe trovare d’accordo anche Papa Francesco, se davvero è francescano pur essendo gesuita,
Separazione delle carriere tra pm e giudici, che oggi fanno parte della stessa casta, e troppo spesso sono d’accordo tra loro per le sentenze. Questo succede solo in Italia; in tutti gli altri paesi occidentali pm e giudice fanno parte di due mondi diversi, con vantaggio degli avvocati e dei loro assisiti. Abolizione della custodia preventiva in carcere: anche perché in carcere ci finiscono solo i poveri cristi, mentre i colletti bianchi, male che vada, trascorrono la custodia cautelare nelle loro ville, costruite magari con i soldi dei reati di cui sono accusati. Anche su questo punto l’Europa ci chiede da anni di adeguarci ai sistemi vigenti nel Continente, ma noi preferiamo pagare sanzioni di milioni di euro piuttosto che metter mano ad una riforma almeno decorosa.
Divorzio breve: da noi due coniugi che si separano perché non stanno più bene insieme, debbono aspettare anni per avere il divorzio, e vivono in una specie di Purgatorio, magari litigando per i figli. Sarebbe una riforma a costo zero, ma dietro c’è il solito compromesso con la Chiesa Cattolica, che, non avendo digerito la legge sul divorzio, pretese che almeno il divorzio fosse reso difficile, costoso, e diluito in tempi lunghissimi. In questo preti ed avvocati furono una sola casta.
Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: un referendum vinto una volta e sputtanato dai politici di tutti i partiti, ma i radicali provano ancora, e fanno bene, della serie reperita juvant.
Non insisto nell’enumerare tutti i quesiti referendari, ho già detto che sono troppi, e forse questo è il loro difetto.
Molti si meravigliano del fatto che Berlusconi e i suoi abbiano deciso di firmare, ed io penso che lo abbiano fatto per opportunismo, vista l’aria che tira per Berlusconi ( a proposito del quale, pur considerandolo un poco di buono, anche per via di certe amicizie orvietane contratte quando cantava sui piroscafi di lusso e un altro, a noi noto, faceva il cameriere, mi sento di dire, da modesto avvocato che la legge Severino non può essergli applicata, non potendo le norme penali essere retroattive) ma io mi meraviglio del fatto che la grande stampa, dove grande sta per piccola, ignori del tutto la campagna referendaria dei radicali, e soprattutto mi meraviglia il fatto che la sinistra non si sia posto minimamente il problema di firmare referendum civili, intesi a svecchiare questa Italia che ha fatto solo una riforma, senza che si sappia ufficialmente: ò diventata una repubblica presidenziale….Ma mi correggo, non mi meraviglia il fatto che la sinistra abbia perso questa occasione: invano, infatti, mi ostino a parlare di sinistra, quando girano persone come Bersani e Renzi, che Dio, che pensano soltanto a fare i segretari di un partito che essi hanno contribuito, se ce ne fosse stato bisogno, ad ammazzare.
Ma bando alle polemiche, come direbbe Mario Tiberi: firmare i referendum ad Orvieto è semplicissimo, io l’ho fatto in pochissimi minuti. Basta andare in Municipio, piano secondo, percorrere le stanze fino in fondo, fino a dove si annida Frizza Presidente: troverete due signore gentilissime e, il che non guasta, di bell’aspetto; dite loro che volete firmare i referendum ed in cinque minuti vi levate il pensiero e fate un’azione politicamente e civilmente giusta. Cosa che accade raramente, in questi tempi disastrosi e distratti.