Ho deciso di fare il Sindaco di Orvieto, essendo abituato a sacrificarmi per il bene comune e non volendo dismettere questa abitudine. Credo di avere tutti i numeri per farlo: non fumo, ho bevuto quanto basta per essere ormai astemio, sono stato amico di vescovi e di preti, ho sulle spalle una condanna per oltraggio al Papa, ma credo che Francesco mi vorrà perdonare. Ho fatto l’avvocato e continuo stancamente a farlo, e questo mi permette di essere del tutto digiuno in fatto di leggi. Sono stato corrotto quanto basta per aver accumulato una fortuna: quella di avere una pensione sociale di quasi 700 euro, dico quasi perché ci pago sopra le giuste tasse come mi pare giusto.
Mi guardo intorno e vedo che anche altri si vogliono sacrificare per il popolo, e in genere lo fanno mettendo su certe liste che loro chiamano civiche, e che spero siano almeno civili. Ma questo discorso delle liste civiche non mi convince troppo: ditemi voi come fanno a stare insieme un Comunista, almeno così lo stimo, come Fagioli, un socialista a sorpresa come Riccettti, un democristiano come il mio amico Mario Tiberi. Ho chiesto a Pier Luigi Leoni che ci azzecca uno come lui in questa lista, e mi ha ha battuto con una battuta, la sua arma feroce. Nel migliore dei casi si tratta di un compromesso storico, che a confronto Berlinguer ed Andreotti sono roba da ridere, nel peggiore dei casi si tratta di un qualunquismo di vecchio stampo, sempre buono per raccogliere il consenso degli scontenti, e per accontentare chi non trova di meglio. Io non accuso, sia chiaro, anche perché non esiste più un Tribunale da cui muovere accuse: mi limito a constatare, a sentirmi perplesso. Sento parlare anche di altre liste, più o meno civiche, più o meno civili. E mi accorgo che sono in molti ad essere pronti a sacrificarsi, come me, per il bene del popolo. Mi viene in mente una obiezione piccola piccola: qualcuno ha deciso che è cominciata la campagna elettorale, anche se la gente non se ne accorge, per via di certa fame. A chi si rivolgono, allora, questi listomani? E mi rispondo che forse cercano di trovare una stanza in qualche appartamento già abitato del Palazzo. Lanciano segnali di fumo, non potendo lanciare altro.E dove c’è fumo, c’è arrosto. Lo so, sono maligno, forse invidioso, forse incattivito dal fatto che non mi abbiano chiamato a far parte di qualche lista. Mi trovi dunque ancora una volta solo, senza neppure il conforto di un Vescovo come Scanavino, che forse avrebbe recitato un’omeliaccia per me.
Ma non dispero: conto sul sostegno dei ricchi, che ho sempre adulato, e dei poteri forti, tipo Fondazione, tipo Cassa di Risparmio, e strizzo l’occhio all’Opera del Duomo. A questi ricchi garantisco che non metterò tasse, tanto non le pagano, ed ai poteri forti prometto che li lascerò essere forti, sempre per il bene del popolo. In un primo momento avevo deciso di fare il Presidente della Fondazione, poi mi hanno detto che la Fondazione deve pensare ai poveri, e allora, essendo io povero davvero, si creerebbe un conflitto di interessi. Ho pensato anche alla Presidenza della Cassa di Risparmio, poi ci ho pensato su: sono buoni tutti a fare il Presidente della Cassa: basta avere denaro, appunto, in Cassa. Allora ho deciso: sarò il prossimo Sindaco di Orvieto: su, non piangere, amico Concina, un posto di assessore te lo lascio, come ne lascio uno a Germani. Per il resto voglio una giunta rosa; rosa e rossa, anche se il rosso non va di moda. Forse qualcuno dei miei trentacinque lettori penserà che io stia scherzando, e allora ecco il curriculum: duemila voti e più alle elezioni come candidato senatore per la lista Bonino, quindicimila voti alle elezioni provinciali di qualche secolo fa. E, se non bastasse, una grinta feroce, un’ambizione smisurata. Cosa pretendete di più per farmi Sindaco? Ora scendo dal cielo dei sogni, o degli incubi. Tranquilli tutti: mi basta di scrivere qualche presola e di avere l’affetto dei miei trentacinque lettori, dico lettori e non elettori. E non dico a chi darò il mio voto: anche perché voto a Porano, paese strano.
No, vi prego, non insistete: non voglio fare il Sindaco di Orvieto.Non insistete. Ho già troppi guai per conto mio.