Per il finesettimana di sabato 28 e domenica 29 settembre il 28° Festival Internazionale Valentiniano propone ad Orvieto due appuntamenti molto attesi e di grande richiamo data la levatura degli artisti ospiti.
Sabato 28 alle 18.00 al Teatro Mancinelli si tiene infatti il primo dei concerti in programma ad Orvieto (come è noto, quest’anno i concerti di apertura e chiusura della manifestazione sono programmati a Roma). Ne è protagonista la violinista Francesca Dego, grande promessa del concertismo internazionale, che apre il concerto con uno dei capolavori della musica di tutti i tempi, la Partita n. 2 in re minore di Johann Sebastian Bach, che si conclude con la celebre, monumentale Ciaccona. Nella seconda parte la Dego eseguirà dodici Capricci di Niccolò Paganini, strabiliante summa del virtuosismo del più grande violinista di tutti i tempi.
Francesca Dego è considerata dal pubblico e dalla critica tra i migliori interpreti in assoluto della nuova generazione e di lei Salvatore Accardo ha detto: “è uno dei talenti più straordinari che io abbia incontrato. Possiede una tecnica infallibile e brillante, un suono bello, caldo e affascinante, la sua musicalità è al tempo stesso fantasiosa e molto rispettosa del testo”. A soli ventiquattro anni si è già esibita in Italia, Stati Uniti, Messico, Argentina, Uruguay, Israele, Inghilterra, Irlanda, Francia, Belgio, Austria, Germania, Svizzera. Recentemente ha iniziato una collaborazione con la prestigiosa casa discografica Deutsche Grammophon, per cui ha inciso il 24 Capricci di Paganini. Il grande violinista e compositore genovese – e in particolare questi brevi pezzi, compendio del virtuosismo più funambolico – è stato determinante per l’affermazione della Dego, sia perchè ha vinto il premio riservato al più giovane finalista del Concorso Internazionale “Niccolò Paganini” di Genova, sia perchè è considerata l’erede diretta di un grandissimo interprete di Paganini, Salvatore Accardo, con il quale si è perfezionata per 9 anni presso la Fondazione Stauffer di Cremona. Prossimamente uscirà per Deutsche Grammophon il primo disco del nuovo progetto dedicato all’integrale delle Sonate di Beethoven: è una grande responsabilità e un significativo riconoscimento da parte della più prestigiosa etichetta discografica classica.
Recentemente ha debuttato alla Wigmore Hall e alla Royal Albert Hall di Londra, a Mosca e San Pietroburgo, a Ginevra e Bruxelles, in Austria e in Francia al Festival “Les Flâneries Musicales” di Reims e “Generation Virtuoses” di Antibes, in Libano al Festival Al Bustan, Perù per la Sociedad Filarmonica di Lima e, da solista, ha partecipato ai Concerti per la Vita e per la Pace a Betlemme e Gerusalemme con l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Nicola Paszkowski, trasmessi dalla RAI in mondovisione.
La sua registrazione del concerto di Beethoven a 14 anni è stata usata come colonna sonora per il film documentario americano “The Gerson Miracle”, vincitore della Palma d’Oro 2004 al prestigioso Beverly Hills Film Festival e brani dal suo secondo disco sono stati inseriti nel film del celebre regista americano Steven Kroschel, “The Beautiful Truth” (2008).
Francesca Dego suona un prezioso violino Francesco Ruggeri (Cremona 1697).
Domenica 29 alle 18.00 al Teatro Mancinelli suona il chitarrista Giulio Tampalini, vincitore di alcuni dei maggiori concorsi di nazionale e internazionali, a cominciare dal primo premio al Concorso Internazionale “Narciso Yepes” di Sanremo (presidente della giuria Narciso Yepes stesso), proseguendo col T.I.M. di Roma nel 1996 e nel 2000 e col “Fernando Sor” di Roma, fino alle affermazioni al prestigioso “Andrès Segovia” di Granada.
Giulio Tampalini tiene concerti in tutta Italia, Europa, Asia ed America, figurando in importanti rassegne concertistiche e festival musicali. Nel 2001 ha partecipato al Concerto di Natale in Vaticano in onore di Giovanni Paolo II. Il suo concerto inizia con Aguado, Castelnuovo Tedesco e Liobet, importanti compositori per chitarra dei secoli diciannovesimo e ventesimo, e prosegue con un’antologia di brevi brani di autori italiani, tra cui si segnala Frate Cassio da Velletri, col cui nome La Biblioteca del Chitarrista dell’editore Vizzari di Milano pubblicò negli anni Trenta del secolo scorso alcuni pezzi brevi per chitarra sola: sotto questo pseudonimo un po’ goliardico si nasconde un raffinato compositore che non si è mai riusciti a identificare. Dopo i colori sudamericani di Montaña, il concerto si conclude con Koyunbaba, composto dall’italiano Domeniconi, che per questo brano si è ispirato al folklore turco.