di Leonardo Brugiotti
Oggi abbiamo creato un altra forma di inquinamento, oltre a tutti quelli conosciuti; attraverso una pessima gestione del territorio e del modo di pensare l’urbanistica, abbiamo creato… L’inquinamento Visivo… L’utilizzo trasversale delle norme urbanistiche, la loro opportunistica modellazione basata sugli interessi dell’economia di pochi, ha fatto sì che ci troviamo di fronte ad una situazione surreale che, possiamo riassumere con un semplice concetto… Normativa rispettata, estetica dimenticata. Ma…cos’è l’Italia se dimentichiamo l’estetica ?…solo una nazione polverosa e sgretolata. Senza strade accoglienti, senza piazze confortevoli e confortanti, senza luoghi di sano incontro, si arriva in breve a perdere il desiderio di uscire, chiudendosi gelosamente nelle proprie abitazioni ma… chiudersi vuol dire non più comunicare…non più comunicare significa isolarsi e l’isolamente è il nemico che lentamente ci porta ad abbassarci verso la terra con lo scoramento di chi non ha più voglia di lottare. L’estetica della città rappresenta la sensibilità di chi la amministra e di chi la abita. Chi amministra dovrebbe comportarsi come un maresciallo di campo, individuare le strategie, i punti nevralgici, e organizzare la qualità della vita con l’occhio attento alle esigenze di tutti. Oggi in Orvieto parliamo di secessione, di cambiare regione, di scappare dalla storia millenaria, lamentando il fatto che la regione (la mamma) ci dà poco o nulla. Evidentemente chi propone certe cose ha un’anima ancora fanciullesca, ha bisogno che altri facciano cose per lui…gli uomini di coraggio le cose…le fanno da soli. Il politico onesto è il politico capace di fare le cose, e non quello che che va solamente a chiedere con il cappello in mano, che altri le facciano per lui e, non ottenendo nulla colpevolizza gli altri, e così con la coscienza scaricata continua a pensare di poter amministrare…ma…parlando di distacco di Orvieto dall’Umbria, si sa per caso dove andare?…abbiamo chiesto il parere ai governatori delle altre regioni?…abbiamo messo sul piatto una appetitosa pietanza che possa fare gola ad altre regioni?…Di fatto oggi cosa offriamo?…di nuovo solamente la Cattedrale?…con il contorno di una città depressa?…Pretendiamo di andare da Matteo Renzi dicendo semplicemente alla orvietana maniera… Ecchice semo qui…cari politici locali, la politica da sempre è l’arte di programmare il futuro, di avere il coraggio di proporre e programmare…abbiamo per caso un qualsivoglia programma o progettualità da prospettare?…Orsù…non ci fate stare in ansia, fateci sapere. Certo se la strategia di campagna elettorale orvietana, e di attenzione verso il cittadino è quella di spostare le panchine del Palazzo del Popolo sotto gli archi di Sant’Andrea appare un po’ pochino, a proposito è stata chiesta l’autorizzazione alla soprintendenza? Perché, se non ve ne foste accorti, quelle panchine non rispettano nemmeno alla lontana quanto prescritto dal regolamento del decoro e dell’arredo urbano, da voi stessi a suo tempo approvato. Leggo nelle cronache che nel “mitico bilancio” si ripropone la vendita della palazzina comando della Piave …e come si risolverà il problema di chi attualmente la occupa ?…visto che l’edificio dell’ormai defunto Tribunale sarà destinato ad archivio. Mi chiedo chi di questi tempi potrebbe comperare questo immobile, e la risposta me la do da solo…nessuno. Credo sia arrivato il momento di offrire agli orvietani qualcosa di serio, di sostanzioso…non affidarsi all’ottimismo ed alla speranza ma, semmai alla fiducia nelle proprie capacità (per chi le ha) ed alla volontà di fare. Qui ormai si naviga a vista e nella nebbia…si parla di entrare nell’U.N.E.S.C.O e il giorno dopo si parla di andarsene dall’Umbria…in definitiva le idee sono poche…e ben confuse.
Forse siamo ancora in tempo ad inventare, a progettare, a programmare ed a rinascere, ma senza pensare alle migrazioni stagionali verso luoghi più ameni…