di Massimo Gnagnarini – Unire i Puntini – Orvieto
Insieme al Museo Greco incassa 470 mila euro con 130.000 visitatori l’anno. Ne potrebbe incassare almeno il doppio, anzi il triplo: ogni anno Orvieto e il suo territorio ospita 150.000 turisti nei propri alberghi, altri 150.000 arrivano con i bus per le visite giornaliere accompagnate e un numero assai maggiore risale la Rupe con le proprie auto dopo esser transitato dal casello autostradale (600 mila auto l’anno – dati AISCAT ) e , infine, men che meno trascurabili sono i flussi turistici dalla stazione ferroviaria.
Dunque la domanda turistica c’è , anzi in questo caso perfino eccessiva poiché è superiore ai limiti fisici e logistici di fruibilità del nostro secondo monumento dopo il Duomo. Sicché con un biglietto d’ingresso al prezzo medio attuale di 4 euro questo nostro “buco” eccellente nel tufo, conosciuto in tutto il mondo e con un numero potenziale di visitatori pari a dieci volte gli attuali, potrebbe facilmente triplicare la sua redditività e portare nelle casse comunali almeno 1 Mln in più all’anno.
La biglietteria del Pozzo e del Museo Greco è attualmente affidata alla Cooperativa Sistema Museo di Perugia alla quale il Comune di Orvieto paga poco meno di 100 mila euro l’anno per il contratto di Cottimo Fiduciario già più volte prorogato nonostante che con delibera n. 179 del 2011 la Giunta avesse deciso di esperire una gara pubblica che, però, dopo tre anni è ancora rimasta lettera morta. Forse non è uno scandalo che le proroghe continuino a costarci 330 euro al giorno per ogni giorno dei dieci mesi in cui la biglietteria rimane aperta al pubblico , ma senza gara non lo sapremo mai.
Di più è assai curioso osservare le cifre degli incassi e quindi quelle del numero dei biglietti venduti nel corso degli ultimi tre anni, almeno così come sono stati riportati nel Bilancio comunale: (466.416,72 euro nel 2010) – (474.321,76 euro nel 2011) – (470.000,00 euro nel 2012). Una simile costanza di introiti sorprende rispetto alla varianza che ci si aspetterebbe nel numero di visitatori tra un anno e l’ altro tanto che, sotto il mero profilo astratto e statitistico le cifre sembrerebbero più di natura forfettaria anziché puntuale.
Ma a sorprendere e a connotarsi come una coincidenza magica c’è anche questa perfetta tondità, al centesimo di euro, della cifra degli incassi iscritti nell’ultimo bilancio consuntivo del 2012 tanto da somigliare più a un’approssimazione piuttosto che a un rendiconto ufficiale di cui in effetti si tratta. Matematicamente con i ticket a 5 euro gli interi e a 3,50 i ridotti esiste solo una remota combinazione o permutazione di tali numeri che possa generare quel risultato così tondo.