Stefano Olimpieri, capogruppo del PdL, ha offerto alla stampa il consueto fervorino titolato “Mobilità e parcheggi: rinnovamento ed incassi”. La lettura dei comunicati di Olimpieri fa sempre sorgere il dubbio se sia corretto pubblicare materiale del genere, palesemente costruito secondo le regole più trite della propaganda. Sarebbe sempre necessario accompagnare simili interventi con una nota chierificatrice, tanto per salvarsi la faccia. Questa volta però ci ha pensato Massimo Gnagnarini, che ha subito ricordato a Olimpieri le verità che aveva tralasciato ne raccontare la sua personalissima storia.
“Al centrodestra orvietano mancano alcune RAM di memoria, scrive Gnagnarini. Sono contento che Olimpieri sia contento della gestione diretta dei parcheggi e dei soldi che essi hanno cominciato a produrre per le casse comunali.
Condivido la sua analisi pubblicata oggi circa le sventurate esternalizzazioni dei parcheggi e di tutto ciò che fosse produttivo nel corso dalle precedenti amministrazioni.
E’ una “fortuna” egli afferma che nel 2010 il bando di gara messo a punto dal centrodestra non sia andato a buon fine poiché se così non fosse stato avremo per vent’anni ricavato solo la miseria di 250.000 euro l’ anno.
Il capogruppo del PDL ricorderà che Gnagnarini, chiamato a dire la sua a inizio consiliatura al cosiddetto tavolo tecnico per le proposte di risanamento del Bilancio, avversò quel bando sui parcheggi e inascoltato si dimise inaugurando una forte campagna stampa a sostegno della gestione diretta.
Olimpieri se lo ricorderà perché arrivò perfino a invocare contro di lui una denuncia per turbativa d’asta.
No, caro Stefano, la “fortuna” non c’entra e forse dovresti riconoscere che quella battaglia politica che seppur condotta dall’esterno mi ha fruttato la patente di “guru comunista” era giusta e opportuna.
Ora io ti dico che non bastano i parcheggi, il Comune deve riprendersi anche la Funicolare e la gestione di tutti gli altri asset dei beni culturali.
Primo fra tutti (San Patrizio) il pozzo degli scandali! Incassa 450.000 euro e ne dovrebbe incassare almeno il doppio del doppio”.
Fin qui Gnagnarini.
Al suo intervento, pubblicato anche su Facebook, ha risposto in un commento Angelo Ranchino: “Condivido…. Abbiamo sostenuto che vada ripresa la gestione integrale della mobilità sulla Rupe, funicolare compresa. Inoltre va ottimizzata la gestione dei pullman turistici, che possono garantire ulteriori entrate e una corretta distribuzione dei flussi in città. Ancora, va presa una decisione in merito alla gestione del palazzo dei congressi, che va inserito nel circuito nazionale e internazionale attraverso un partner del settore. Molto c’è ancora da fare. Ma si preferiscono soluzioni diverse, che spesso fanno perdere molto tempo e non portano alcuna utilità”.
Il fervorino di Olimpieri, se inutile di per sé, ha però sollecitato un dibattito sulla gestione di tutti i beni della città che ci auguriamo proceda con la giusta vivacità: è su questo tema che si giocheranno le prossime elezioni.
Segue il comunicato di Olimpieri, titolato enfaticamente “Mobilità e parcheggi: rinnovamento ed incassi”.
In queste ultime settimane sta esplodendo la questione finanziaria-gestionale di Umbria Mobilità, società ad esclusiva partecipazione pubblica che ha chiuso il bilancio 2012 con 8 milioni di passività. Quando nel 2010 i grandi strateghi della sinistra regionale promossero la fusione delle tra società consortili di trasporto pubblico (APM Perugia, Spoletina ed ATC Terni) attraverso la costituzione di Umbria Mobilità, non fecero altro che sommare tre gestioni fallimentari in una ancor più fallimentare, tanto che a neanche tra anni di distanza la Regione è stata obbligata, prima a commissariare UM, e successivamente a prendere atto della gravissima situazione finanziaria e procedere ad un bando per aprire le porte a soggetti privati. Di fronte a questa drammatica situazione finanziaria e di fronte al fatto che Umbria Mobilità ad oggi è ancora a totale capitale pubblico (la Regione, le due Provincie, oltre ai Comuni più importanti dell’Umbria), l’Amministrazione Comunale di Orvieto, attraverso il serio e costante lavoro messo in campo dagli Assessori Luciani e Pizzo, ha cercato di valutare alcune richieste avanzate da UM al fine di diminuire la forbice tra costi e ricavi dell’azienda. Un lavoro di collaborazione tra Comune di Orvieto e UM che – a differenza di quanto paventato dai soliti contestatori di professione – non ha prodotto nessun disagio per gli utenti ed è riuscito ad ottimizzare le corse dei bus (è sotto gli occhi di tutti che i bus non girano più vuoti), soddisfacendo le esigenze della cittadinanza. In attesa dell’esito del bando con cui si prospetta la vendita della maggioranza azionaria di UM ed in attesa di quello che poi potrà succedere in materia di liberalizzazione delle linee secondo quando già predisposto dalle direttive europee, risulta quanto mai doveroso ribadire come l’Amministrazione Concina sia stata assolutamente lungimirante nel togliere la totale gestione del parcheggio di Foro Boario ad ATC (dal 1 agosto 2011 il Foro Boario è tornato nella piena disponibilità del Comune di Orvieto), oltre ad avere avuto la capacità di gestire direttamente dal giorno della sua apertura – 22 agosto 2011 – anche il parcheggio di Via Roma. Per onore di cronaca occorre anche affermare che insieme alla lungimiranza vi è stata anche un po’ di fortuna (quando si raggiungono obiettivi importanti, spesso lungimiranza e fortuna vanno di pari passo), visto che la esternalizzazione della gestione dei parcheggi – introdotta esclusivamente come voce contabile in entrata al fine di trovare una soluzione veridica per quadrare il bilancio preventivo 2010 del Comune – non è andata a buon fine. Pertanto, la mancata esternalizzazione è stata fondamentale – insieme alla volontà politica della maggioranza consiliare – per iniziare una nuova fase attraverso la gestione diretta dei due parcheggi da parte del Comune. Per quasi vent’anni il Foro Boario – costruito in buona parte con i soldi dei contribuenti orvietani – è stato gestito esclusivamente da ATC, al punto che il ritorno finanziario per le casse del nostro Comune equivaleva a pochissime migliaia di euro all’anno. In buona sostanza, l’esserci riappropriati di quel parcheggio non è solamente un esempio di come l’Amministrazione Concina abbia creato un importante flusso in entrata per il bilancio, ma rappresenta l’esempio di come la città di Orvieto abbia smesso di essere esclusivamente portatrice d’acqua in favore di strutture ternanocentriche; vedi ATC, ma vedi anche l’ingresso nel 2008 nella compagine sociale (sic!) del Centro Multi Mediale di Terni in relazione ai varchi elettronici fortemente voluti dall’allora Assessore Capoccia e che costarono per le casse del nostro Comune la bellezza di 600.000 euro. Aver preso in gestione direttamente il Foro Boario ed aver preso in gestione da subito il Via Roma deve essere vista anche come un’azione che ha impedito l’impoverimento della città, in special modo perché i due parcheggi – con le rispettive grandi capacità di incasso – sarebbero entrati completamente nei flussi di bilancio di Umbria Mobilità o di qualche società del gruppo (ATC Parcheggi) e sarebbero stati inglobati nella complessiva valutazione patrimoniale dell’azienda al momento della vendita. In sostanza i nostri parcheggi ed i relativi incassi sarebbero entrati nel calderone finanziario di UM senza produrre benefici per l’azienda e – cosa ancor più grave – senza produrre benefici per le casse del nostro Comune. Per troppi anni la nostra città in materia di gestione dei parcheggi ha creato esclusivamente vantaggi ai bilanci di realtà non orvietane: all’inizio degli anno ’90 con la gestione delle strisce blu alla S.I.S., società perugina che, rispetto agli incassi che incamerava, stornava percentuali irrisorie nelle casse comunali. E da metà degli anni ’90 con la gestione del Foro Boario in favore di ATC, la cui gestione politico-finanziaria stava tutta in capo a Terni. In attesa che si maturino i tempi per far tornare anche la Funicolare nella piena disponibilità della città (non dovremmo attendere molto), riteniamo che in questi anni l’Amministrazione Concina abbia dimostrato con fatti concreti di mettere gli interessi di Orvieto e degli orvietani davanti a tutto e, cosa ancor più importante, al centro della propria azione politica. La questione dei parcheggi ne è un esempio, soprattutto se si mettono in relazione e si paragonano le cifre complessive di questi ultimi anni. Ed allora, per parlare di fatti concreti e di cifre inconfutabili, rammentiamo che gli incassi complessivi da parcheggi per il nostro Comune sono passati dai 420.00 euro del 2010, agli 849.000 euro del 2011, fino al 1.336.000 del 2012. Per la cronaca rammentiamo che al 31 luglio 2013 sono stati già incassati 800.000 euro e che, quindi, la tendenza su base annua è assolutamente positiva. Pertanto, nel solo arco di tre esercizi di bilancio (dal 2010 al 2012) le entrate per il Comune sono aumentate di 1 milione di euro, contribuendo a migliorare i fondamentali finanziari del bilancio comunale. Avere la piena disponibilità delle strisce blu e dei parcheggi insilati ha dato la possibilità all’Amministrazione Concina di avere un quadro complessivo della situazione e di poter programmare a medio-lungo termine; ma le ha permesso anche di costruire sinergie con altri settori pubblici e con alcuni privati, oltre a costruire una base di partenza per incidere pesantemente sulla diminuzione delle tariffe degli abbonamenti per i residenti e per i lavoratori che operano nel centro storico. Infatti, aver dimezzato il costo annuo degli abbonamenti dal 1 gennaio 2013 (da 600 a 300 euro per gli H24 e da 400 a 200 euro per gli H17) è un esempio di come l’Amministrazione Concina sia andata incontro a centinaia e centinaia di famiglie orvietane, ma è anche la dimostrazione di come l’ottima performance di incassi degli ultimi due anni sia stata assolutamente condivisa e partecipata con gli orvietani. A differenza del passato, oggi i soldi degli incassi dei parcheggi restano tutti nelle casse del Comune e questo ha permesso di dimezzare il costo degli abbonamenti in un momento storico nel quale tutti gli Enti Pubblici aumentano i costi dei beni e servizi che vengono erogati in favore dei loro cittadini: esserci affrancati da Terni e da Perugia ed essere tornati a scegliere autonomamente il nostro destino è un fatto innovativo e per certi versi rivoluzionario. Ma questo poteva (e può) essere fatto solamente da chi è politicamente libero e non dipende dalle burocrazie partitiche di Terni e di Perugia.