L’intervento dell’architetto Leonardo Brugiotti, pubblicato ieri, ha stimolato due reazioni che ci sembra interessante proporre, perché emblematiche certamente di due posizioni in cui si riconoscono molti orvietani. La prima è quella del sindaco Còncina, nel suo stile originale di fine schermidore con toccata finale lacerante.
Scrive Còncina:
Cara Redazione.
Molto pesante davvero l’accostamento tra le foto di Salisburgo e di Orvieto. Anche, se vogliamo, un po’ subdolo: come accostare il Duomo di Orvieto da una parte e il parcheggio dei cavalli salisburghesi dall’altra. Ma sorvoliamo: il problema esiste ed è un tema quotidiano soprattutto per chi, come me, aveva (non so se “briosamente”, come riportato, o forse addirittura boriosamente, più corretto) sognato di portare la nostra città ai fasti della patria di Mozart.
Non sto a fare l’elenco dei tentativi portati avanti, quasi tutti vanificati dal maledetto peso della carenza di risorse. Forse il mio collega di Salisburgo non ha un terzo del suo bilancio impegnato ogni anno dalla necessità di pagare il servizio del debito di questa città. Ma questa è una vecchia storia.
Sorvolo sulla parte spiritosa (si fa per dire) del pezzo. E sugli acidi riferimenti a persone perbene. Assicuro piuttosto la Redazione che lo sforzo per ottimizzare le scarse risorse in quella che è la necessità prevalente dell’immagine della città è costante e serio. Nei controlli e nei rapporti con le cooperative responsabili.
E per finire, la mia supplica ferragostana alla Madonna era ovviamente generica. E non voleva colpire nessuno in particolare, neanche coloro che richiamano soltanto per gli altri il sentimento nobile della vergogna, forse confidando nella infinita e genuina comprensione che personalmente nutro per le persone disperate e disorientate.
L’altro intervento è di un operatore turistico, Paolo Zanetti, che non vuole duellare con nessuno e si limita a sottoscrivere le segnalazioni di Brugiotti. Ci sarebbe da ragionare per tutti, anche senza essere “persone disperate e disorientate”.
“Credo sia sconvolgente ed inaccettabile che questa segnalazione sia rimasta senza risposta (ma non è strano, l’amministrazione Concina non è solita dare risposte ai cittadini – tanto meno agli ospiti).
Carissimo Arch. Brugiotti, condivido in toto la sua nota e credo che molte persone, purtroppo, abbiano fatto le stesse considerazioni del Sig. Carosio. Anch’io, perciò, pongo la stessa domanda: Sig. Concina e Sig. assessori, ma come fate a non vergognarvi???
Siete tutti felici quando, per un giorno, Orvieto si riempie di turisti, ma riuscite a vedere più in là del vostro naso?
Riuscite a capire cosa vuol dire rendere la città “fruibile” ai turisti e ai cittadini?
Riuscite a capire cosa vuol dire “accoglienza”, “ospitalità”, “decenza”, “pulizia”, “dignità”?
Avete tolto la dignità a questa città e non siete riusciti a far capire ai suoi cittadini quale tesoro hanno per le mani e come valorizzarlo. E me ne rendo conto tutte le (tante) volte che accompagno turisti, stranieri e non, al parcheggio della fiera perché non sanno come arrivarci, perché non capiscono come arrivare all’ascensore o al Duomo, perché spaesati in una città che non dà indicazioni. E magari mi sento chiedere: come mai la città è così sporca e trascurata? Come mai nessuno pulisce le strade dove sporcano i piccioni?
Ma vogliamo parlare poi del giubileo, grande occasione di vetrina turistica per la città? Meglio lasciare perdere…
Sig. Concina, sono sincero, avevo votato per lei nelle ultime elezioni comunali convinto che una persona esterna al sistema (uno “straniero”, come me) avente esperienza di luoghi e posti dove la dignità minima e normale di una città è tenuta nel giusto conto, sarebbe riuscito a dare respiro e futuro a questo centro. Ho fatto un errore. E, la prego, non mi venga a parlare di conti: certe cose si fanno perché si ha la mentalità per pensarle e farle, e non solo perché ci sono i soldi.
Ma il discorso sarebbe veramente lungo…
Paolo Zanetti