ORVIETO – “L’arte al costo di un caffè. Porte aperte all’Oratorio della Misericordia”. E’ la formula con cui giovedì, dopo anni di attento restauro, riaprirà al pubblico l’oratorio di via della Misericordia. L’evento che sarà presentato oggi alle 11,30 in un incontro pubblico presso il caffè Montanucci, è promosso dall’Ufficio Beni Culturali della diocesi di Orvieto-Todi, dalla parrocchia di Sant’Andrea, dalla Confraternita della Misericordia, dall’associazione Pietre Vive, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, oltre che da bar e ristoranti della città che hanno aderito alla manifestazione.
Interverranno don Luca Conticelli, parroco e presidente della Confraternita, Giovanna Bandinu dell’ Ufficio diocesano Beni culturali ecclesiastici e presidente di Pietre Vive e una rappresentanza dei volontari dell’associazione e Nazareno Montanucci.
L’oratorio, come noto, è parte del complesso architettonico di San Giovanni decollato (quartiere dell’Olmo) composto anche dalla chiesa di Sant’Agnese e dalla chiesa San Giovanni decollato. Nel 1495 il vescovo Giorgio della Rovere concesse la chiesa di sant’Agnese alla Società di San Girolamo. Quando però il 14 febbraio 1556 venne istituita la Confraternita della Misericordia, sotto la protezione di San Giovanni Battista, il cardinale Girolamo Simoncelli donò come luogo religioso la chiesa di Sant’Agnese e la nuova compagnia inglobò anche la preesistente Società di san Girolamo. Le fonti locali documentano l’esistenza e l’officiatura delle due chiese fino alla seconda metà del XIX secolo. La Confraternita era una associazione di fedeli impegnati nella preghiera, nell’osservanza dei precetti divini che come missione aveva la raccolta delle elemosine, il trasporto degli infermi, il conferimento di doti alle fanciulle povere, l’assistenza ai carcerati e, in occasione della festa della decollazione di San Giovanni Battista, il 29 agosto, la liberazione di un condannato a morte. L’Oratorio custodisce un arredo in legno dipinto del 1566, con sedili e inginocchiatoi, mentre sulle pareti e sul soffitto si snoda un ciclo di affreschi con le “Storie di San Giovanni Battista” firmato e datato da Salvi Castellucci (1608 – 1672), pittore aretino, allievo di Pietro Berrettini da Cortona.