di Massimo Gnagnarini – Unire i Puntini Orvieto.
Entro i prossimi 60 giorni il Comune di Orvieto avrà dichiarato “fallimento”.
Siccome i comuni non possono fallire il default è chiamato dissesto oppure pre-dissesto.
Chi mi segue non si sorprenda se stavolta non mi tuffo in una lunga e puntuale disamina sui dati e sulle ragioni che hanno portato a questa situazione cosicché, per questa grazia mi sarete grati prendendomi solo in parola. Ci sarà modo poi e occasioni per sviscerare l’argomento e le sue conseguenze politiche ed economiche.
Qui, invece, mi preme di più osservare come un’intera classe dirigente della nostra città viva questa vigilia nella più totale disinformazione se non addirittura in uno stato di colpevole ignavia.
Si va dai portavoce della maggioranza che , come i musicisti del Titanic che continuavano a suonare il valzer mentre la nave affondava, continuano a sfornare comunicati rassicuranti e osannanti gli improbabili ottimi risultati raggiunti.
Si può continuare con una opposizione che lo scorso mese di giugno chiese si di discutere la faccenda in un apposito consiglio comunale che si è effettivamente tenuto, ma solo per rimettere il merito della discussione alle apposite commissioni consiliari che ovviamente mai si sono riunite.
Eppure della necessità di avviare le procedure del pre-dissesto per evitare il dissesto il Consiglio Comunale ne era quantomeno a conoscenza sin dal mese di aprile allorché il consigliere Angelo Ranchino presentò una risoluzione votata all’unanimità che impegnava la Giunta a fare tutti i passi necessari.
Evidentemente, all’interno della curiosa maggioranza che sostiene Concina, c’è stato e c’è chi ha visto la cosa come il rischio di un palese sbugiardamento dei buoni risultati fin qui propagandati.
Fatto sta che a Piegiorgio Pizzo, al quale va tutta la mia sincera solidarietà umana ma non quella politica, capiterà di non poter firmare il suo primo bilancio ordinario da neo assessore al ramo.
Le nuove norme contabili, infatti, introdotte lo scorso anno dal Governo, sono chiare e impediscono di riportare a pareggio del bilancio di previsione i ricavi delle tentate vendite del patrimonio.
Ebbene c’è , forse , chi ancora confidando sulla benevolenza più volte dimostrata dalla Corte dei Conti pensa di poter ottenere ancora una deroga, una eccezione per Orvieto.
Sfortunatamente la Corte dei Conti si è già pronunciata in materia lo scorso mese di maggio ribadendo che le vendite del patrimonio possono essere postate a riequilibrio solo a condizione che il Comune abbia provveduto a dichiarare lo stato di pre-dissesto o si trovi in quello di dissesto.
D’altra parte se così non fosse la Corte si esporrebbe a un precedente che non potrebbe negare anche per il prossimo anno alla nuova compagine che sostituirà questa amministrazione uscente qualora la ex Palazzina Comando della ex Caserma Piave non fosse effettivamente venduta entro i prossimi 6 mesi.
In conclusione questa situazione di stallo in attesa del termine ultimo per l’approvazione del bilancio fissato per il prossimo 30 settembre è incomprensibile e finirà con il precludere anche la via del pre-dissesto causando il dissesto .
A meno che , come lascia intendere il Sindaco nel suo messaggio augurale ferragostiano non ci aiuti la Madonna. Temo, però, che di questi tempi la Signora si debba occupare di ben altri e più sconvolgenti drammi dell’umanità.