di Enzo Prudenzi
Come ormai noto il decreto legislativo nn. 155 del 2012 sulla Revisione delle circoscrizioni giudiziarie prevede che, a far data dal 13 settembre 2013 vengano “soppressi” (eliminati) 31 Tribunali e altrettanti uffici di Procura della Repubblica. Il decreto lgs. 156/2012 prevede inoltre la chiusura di 667 Uffici del Giudice di Pace nonché di 220 Sezioni distaccate di Tribunale.
Si tratta di una svolta legislativa epocale che la Cgil (in replica al Ministro – Chiaramonte -) definisce una vera catastrofe trattandosi di attuazione di una riforma quanto meno improvvisata.
Dal punto di vista attuativo avviene questo. Circa 5000 dipendenti dell’Amministrazione giudiziaria sono “costretti”, dopo anni di lavoro in una città sede di Uffici giudiziari soppressi, a trasferirsi in altra sede giudiziaria limitrofa (?) che può essere distante pochi chilometri ma che può anche essere invece distante un centinaio di chilometri con ovvie ripercussioni sulla vita familiare, del coniuge e dei figli, dell’aspetto sociale, della casa, delle amicizie: una svolta di vita, imposta e di dubbia prospettiva. Mai è successa, sia nell’ambito del lavoro privato che nel pubblico, una circostanza analoga a quella che si paventa !
A fronte di cosa ? Il risparmio relativo al personale è inesistente: i dipendenti comunque quelli rimangono ovunque essi vengano destinati a prestare servizio. Le sedi giudiziarie dei sopprimendi uffici sono per lo più di proprietà dei Comuni il cui affitto è solo figurativo o virtuale. Le spese di gestione se cessano nelle sedi da chiudere vengono aumentate in quelle accorpanti ! Dov’è la spending review ?! Diminuisce invece l’impatto economico delle cittadine ove viene soppressa la sede giudiziaria: il personale dipendente che viene trasferito, l’indotto derivante dalla presenza della sede giudiziaria, il depauperamento della forza lavoro (segreterie degli Avvocati, presenza di Militari, testimoni, convenuti, etc.). (L’Associazione nazionale italiana Avvocati ha denunciato che la revisione della geografia giudiziaria aumenta le spese della giustizia e cancella la giustizia di prossimità, demolendo i diritti dei cittadini).
Il Tribunale di Orvieto è ricompreso in quelli da chiudere e da accorpare a Terni.
Trentacinque dipendenti che saranno sparpagliati tra Viterbo, Perugia e soprattutto Terni con la nota scomodità dei mezzi di trasporto e un ulteriore aggravio delle spese con gli stipendi bloccati al 2009. Con gli utenti che per fare il più semplice dei certificati si dovranno spostare a Terni. Con gli studi professionali e degli avvocati costretti anch’essi a fare i pendolari con la sede provinciale.
La stampa on line e cartacea di questi ultimi giorni riporta notizie di revisione e “salvataggio” di alcuni Tribunali in talune parti d’Italia. Viene allora da chiedersi: siamo nella fase di chi strilla più forte o di chi ha la lobby più forte ? O anche di chi si impegna e si impone di più ?
Avere comunque l’Umbria spaccata in due con tre Tribunali distanti tra loro pochi chilometri lasciando la parte occidentale senza alcun Tribunale è davvero ingiusto e appare senza dubbio come una scelta sbagliata.
Non si tratta di motivi campanilistici ma di rivedere un provvedimento concepito male.
E un palliativo, un “pannolino caldo”, neppure un succedaneo, sarebbe un “presidio di giustizia”, simil Sezione distaccata, dove non è prevista la Procura della Repubblica né la polizia giudiziaria, dove non è collocata la presenza del Gip/Gup, dove non si svolgono i procedimenti penali collegiali, dove non si tengono i fallimenti, le esecuzioni immobiliari, le cause di lavoro.
A tutto ciò dovrebbe-potrebbe rimediare la politica locale, le amministrazioni, le forze sindacali e sociali, gli ordini professionali, gli stessi cittadini nel loro interesse, con un coagulo di sinergie da mettere in campo sotto ogni aspetto.
Orvieto ha già dato, ha già perduto tanto e altrettanto – se non salvaguardata – sta perdendo e perderà.
Viene comunque da domandarsi se è stato fatto tutto quanto si sarebbe potuto fare.
Leggo anche attualmente di Tribunali occupati con tanto di striscioni appesi all’esterno; di Sindaci dei rispettivi Circondari mobilitati all’unisono; di varie eclatanti azioni di protesta; di interventi pregnanti degli Ordini Forensi; di cittadini che reclamano la tutela di loro di diritti; di mobilitazione di Deputati e Senatori a salvaguardia del territorio di loro competenza (e non certamente per mero e solo spirito campanilistico); di scioperi bianchi dei dipendenti amministrativi degli Uffici giudiziari; di sensibilizzazioni ed evidenziazioni tramite ricorrenti articoli di stampa; di occupazioni di aree e spazi attinenti gli Uffici; di Consigli comunali e provinciali all’uopo indetti con tale unico punto all’OdG.
…………. E ORVIETO ??
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