Riceviamo e pubblichiamo con entusiastica adesione l’intervento del professor Scattoni, sempre puntuale e appassionato nel partecipare alla discussione sulla nostra città. Ci convince l’analisi di partenza, che noi grossolanamente sintetizziamo nella presenza determinante di lobby nella sua gestione, e la proposta di “un wiki, di un sito cioè in cui questi problemi vengono dichiarati e trattati in pubblico”. Noi siamo qui, disponibili per la nostra parte.
di Paolo Scattoni
Forse le considerazioni di un non orvietano, che segue un po’ le vicende della città, può essere di qualche utilità nell’attuale fase pre elettorale.
In questo intervento vorrei sostenere che è arrivato il momento per un’operazione semplice che la città dovrebbe fare “in pubblico”.
La prendo alla larga. Parto dall’affermazione di Jorge Bergoglio quando ha parlato della lobby gay in Vaticano. Il vero problema, ovviamente etico, trattandosi del Papa, non sono le inclinazioni sessuali dei partecipanti, quanto piuttosto la lobby in sé, un’organizzazione cioè basata sulla segretezza. Il giudizio negativo del Papa va a questa, che si annidava in Vaticano, quanto alle molte che si trovano nella nostra società.
Passando dalla morale alla filosofia politica, un giudizio altrettanto netto è stato quello dell’ultimo Norberto Bobbio. I sistemi democratrici sono viziati da numerosi ed evidenti limiti. Tutti possono essere visti come manchevolezze che in prospettiva potrebbero essere corrette. Una invece risulta irrimediabilmente incompatibile: il potere invisibile.
Ma non c’è bisogno di scomodare la morale né la filosofia politica per comprendere quanto il potere occulto risulti dannoso per la democrazia e quindi per tutti noi. E’ proprio una constatazione pratica. E’ sufficiente ripercorrere le vicende senesi dove il cosiddetto “groviglio armonioso” ha distrutto una banca creata e gestita per secoli dalla città. La pratica del governo occulto ha sottratto una grande ricchezza che era della comunità. Sostiene la magistratura che non ci sono state tangenti. E’ un’ulteriore riprova che quel metodo non solo è moralmente inaccettabile, contradditorio con il sistema democratico, ma anche inefficiente e dannoso.
Siena è un caso isolato? Non sembra proprio. Di Perugia, ad esempio, si parla come di una città ormai allo stremo, dove almeno in un’occasione c’è stata una sorta di “azione di guerra” per ridare non certo la normalità, ma un minimo di ordine. Eppure Perugia è considerata la città italiana dove più forte è l’influenza di circoli riservati sulla decisione pubblica. Quella macchina riservata e ristretta non ha funzionato.
C’è il rischio che questi meccanismi possano influenzare il futuro di Orvieto? A mio parere è possibile. Questo passaggio pre elettorale sembra essere gestito in quel modo. Le forze politiche sembrano essere tutte in attesa, ma non si capisce di cosa. Quali saranno le alleanze e le modalità di scelta dei candidati? Nessuno ne parla.
Per il semplice cittadino c’è un antitodo? Si dovrebbe partire da subito dai contenuti, in maniera trasversale. Per la identificazione dei problemi non c’è bisogno schierarsi, si raccolgano tutti gli ambiti di decisione che emergono dal dibattito (p.e. sui giornali online). Si possono all’inizio raccogliere in maniera disordinata così come emergono per poi sistemarli adeguatamente. Per ciascuno di questi si possono poi enumerare le proposte di soluzione anche queste emerse dal dibattito, dagli studi e dalle proposte a disposizione. Saranno poi le forze politiche e i candidati a dover esprimere le proprie preferenze e strategie.
Basta scorrere un po’ l’informazione online orvietana per capire che i problermi sono tanti: messa in sicurezza idrogeologica, trasporto pubblico urbano, consumo di suolo per nuove urbanizzazioni, gestione parcheggi, Centro Studi, formazione post secondaria, piano strategico di valorizzazione del centro storico, valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico (ex caserma Piave, ex ospedale Santa Maria della Stella, etc.) e si potrebbe continuare molto a lungo.
La proposta è quella di un wiki, di un sito cioè in cui questi problemi vengono dichiarati e trattati IN PUBBLICO.
Si vedrà così come la pensano i cittadini e i candidati che via via si dichiareranno. Il vantaggio sarebbe quello di spostare sui contenuti e sulla credibilità dei candidati, piuttosto che sul chiacchiericcio degli ultimi 15 giorni di campagna elettorale.