di Pier Luigi Leoni
Per oltre mezzo secolo, dopo l’unità d’Italia, gli amministratori comunali erano dei borghesi, eletti da altri borghesi, che si dedicavano alla cosa pubblica gratuitamente. La “medaglia di presenza” era un’eccezione e riguardava solo alcuni organi provinciali. Con l’avvento della democrazia di massa le prestazioni degli amministratori comunali rimasero pressoché gratuite fino a quando, nel secondo dopoguerra, con l’incremento del reddito nazionale si andò incrementando anche la rendita della politica a tutti i livelli. Si diceva che la democrazia costa. Ma adesso, arrivato il tempo delle vacche magre, i contribuenti hanno sempre meno voglia di pagare i costi della democrazia, che, anche per questo, li entusiasma sempre meno. Così c’è chi va a spulciare i conti comunali e si accorge della normativa sui rimborsi che il comune deve ai datori di lavoro degli amministratori comunali: un esempio di quanto la legge possa essere ipocrita e iniqua. Infatti il rimborso spetta solo ai datori di lavoro privati; ciò vuol dire che la pubblica amministrazione non è risarcita del danno provocato dall’assenza del proprio dipendente amministratore comunale. Praticamente il Comune realizza un risparmio a danno di altre amministrazioni pubbliche. Come se tutte le amministrazioni pubbliche avessero un solo bilancio; invece così non è perché ciascuna ha il suo problema di equilibrio economico-finanziario e presta servizi pubblici che inevitabilmente soffrono se qualche dipendente fa l’amministratore comunale durante l’orario di lavoro. E i professionisti, e gl’imprenditori chi li indennizza per i danni che subiscono passando del tempo in municipio?
Il problema assumerebbe un’altra dimensione se si prendesse atto che oggi gli amministratori comunali sono in larga parte dei borghesi che non se la passano peggio dei loro predecessori di oltre un secolo fa. Ma poiché il suffragio universale porta al potere locale anche qualche povero, una bella “medaglia di presenza” riservata all’amministratore povero risolverebbe il problema in modo molto più equo di quanto avviene col sistema vigente.