“Nonostante i nostri ripetuti appelli il fenomeno dell’abusivismo nel settore del taglio dei boschi è in crescita continua”. Francesco Vestrelli, responsabile Cna Produzione, torna a lanciare l’allarme della categoria per il forte aumento di soggetti che operano nella più totale illegalità.
“La situazione di crisi economica non è estranea alla recrudescenza del fenomeno: sono tante, infatti, le persone che hanno perso il lavoro, o che hanno un’occupazione precaria o sottopagata, che si improvvisano taglialegna. In molti casi si tratta di pensionati oppure di persone che in precedenza esercitavano l’attività legalmente e che oggi lo fanno in maniera sommersa, evadendo imposte, non rispettando le norme di sicurezza, usando lavoratori irregolari. Questo rende ancora più difficile la situazione di coloro che invece operano alla luce del sole, rispettando le normative che regolano l’attività e pagando le tasse, le quali non possono riuscire a fare fronte a questa concorrenza sleale”.
Le imprese umbre regolarmente iscritte alla CCIAA erano circa 500 fino a un paio di anni fa, ma il loro numero è in diminuzione. Non quello reale, però, come si è detto.
“Torniamo a chiedere con forza agli enti competenti – incalza Vestrelli – di incrementare l’attività di sorveglianza nei confronti di tale fenomeno e nella salvaguardia di un patrimonio che, insieme a quello storico ed artistico, è parte integrante dell’immagine dell’Umbria nel mondo, anche per non vanificare il lavoro portato avanti dalla Regione nel corso degli anni, in collaborazione con le associazioni di categoria, volto al miglioramento del proprio patrimonio forestale e all’attuazione di programmi specifici, sia in ambito formativo, per la qualificazione degli addetti, sia in quello informativo”.