“A carte scoperte: norme, regole ed impatto sociale di un fenomeno ampiamente diffuso sul territorio” è il titolo di un convegno, promosso dall’assessore Filippo Beco, svoltosi questa mattina nella sala del Consiglio provinciale. Sono intervenuti, oltre allo stesso Beco, l’on. Paola Binetti, componente della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, il dirigente della sede di Perugia dei Monopoli di Stato Donato Lecci, il vice presidente di Confindustria, Sistema Gioco Italia, Massimiliano Pucci, il presidente della società concessionaria G.Matica Matteo Marini. Moderatore Alessio Crisantemi di Gioconews.it.
Avviando i lavori, l’assessore Beco ha lamentato un vuoto legislativo in materia insieme ad una mancata partecipazione dal basso. “Il gioco -ha affermato- ha ormai assunto rilevanza sociale e dev’essere affrontato e considerato dallo Stato sulla base delle proporzioni assunte nei diversi territori”. A questo proposito i dati forniti da Donato Lecci parlano da soli. Nella nostra regione sono stati installati 6.000 apparecchi d’intrattenimento, tra slot machines e videolottery. Di questi 1.500 nella sola provincia di Terni. 91 sono le sale dedicate alle video lotterie di cui 61 a Perugia e 30 a Terni con, sempre a Terni, 13 cessazioni di attività. 370 dei 1500 iscritti all’albo regionale dei Monopoli di Stato operano nel Ternano. Sono stati effettuati controlli su 1333 i siti di gioco online. Da gennaio ad oggi sono stati controllati 79 esercizi e 12 apparecchi sono risultati irregolari. Nell’intera regione ci sono 36 punti per scommettitori: 23 per lo sport e 19 esclusivamente per l’ippica. Per quanto riguarda i soldi spesi negli apparecchi di intrattenimento, in provincia di Terni sono in vantaggio le video lotterie sulle “new slots” con un 60% della spesa di gioco complessiva rispetto alla percentuale nazionale che attribuisce alle video lotterie il 25%.
Dinanzi a questa situazione, “bisogna proporre – ha detto Massimiliano Pucci – una visione nuova del gioco lecito, finalizzata a superare le criticità coinvolgendo in un lavoro comune sia gli amministratori locali che le istituzioni statali. Il decreto Balduzzi – ha aggiunto Pucci riferendosi alla normativa vigente – reca in sé tutte le potenzialità per “eliminare” gli eccessi che oggi possono impattare sui territori. Lo Stato deve assumersi la responsabilità di considerare interessi sia degli esercenti che dei cittadini ponendo tutti i territori in condizioni di uguale importanza. L’invocato decentramento decisionale in materia di gioco lecito e la cosiddetta autonomia degli enti locali ad espellere il gioco pubblico dalle città per “uniformarsi” alla “negativa percezione del fenomeno”, non è atto di “responsabilità”, bensì di arrendevolezza: è come se ci si rassegnasse a decretare che un blocco di marmo non potrà mai diventare una meravigliosa scultura”. Da parte sua, l’on. Binetti ha tenuto a sottolineare che “alla serietà dell’azione legislativa devono corrispondere la serietà e la tempestività di chi è chiamato ad effettuare i necessari controlli. Il gioco in sé è un valore, una risorsa, ma, appunto per questo, bisogna evitare che degeneri in dipendenza. E la dipendenza, purtroppo, sta aumentando vertiginosamente incentivando a sua volta la piaga dell’usura”. Un messaggio ai partecipanti al convegno è stato inviato dalla presidente della Commissione Sanità del Senato della Repubblica Emilia De Biasi assente per impegni istituzionali: “È cruciale – ha scritto – la formazione degli attori sanitari. Bisogna avere profili professionali adeguati e servizi che richiedono un potenziamento perché le dipendenze cambiano e si evolvono. Sono stati presentati disegni di legge che finora avevano come oggetto solo il gioco d’azzardo sotto il profilo dell’illegalità, o dell’economia o, ancora, della sicurezza. Ora dobbiamo occuparci anche del versante salute, e spero che lo si faccia insieme, costruendo nel dialogo un disegno di legge il più possibile condiviso”.