di Dante Freddi
Tempo fa Pier Luigi Leoni aveva suggerito la costruzione di un sito web dedicato a Orvieto e all’’Orvietano che valorizzasse il territorio, con dietro un approfondito lavoro di costruzione e di marketing, valorizzatoda un impegno nell’ indicizzazione continuo e costante, come necessita chi ha qualcosa da far vedere e vuole essere cercato e trovato.
La proposta fu lanciata in Consiglio comunale a Orvieto ed è comprensibile perché sia caduta nel vuoto.
Per fortuna nostra la Fondazione CRO si è creata in un proprio un canale web, inorvieto.it, senza spartire nulla con il Comune. Comprensibile, dato il livello di educazione informatica degli amministratori e soprattutto della loro volontà di “farsi trovare”.
Per il Comune il web è del tutto trascurabile e il suo sito istituzionale risulta indecoroso, non soltanto per la vecchiaia dell’impostazione, databile a almeno una decina d’anni fa, in epoca webpreistorica, ma per l’aggiornamento delle informazioni.
Evasio Gialletti aveva creato, ai tempi in cui presiedeva il Consiglio comunale, un sito autonomo del Consiglio, proprio per potersi sganciare quanto possibile dal sito arrancante del Comune e offrire la maggiore informazione possibile agli orvietani sui lavori del consesso cittadino. Sponsorizzava anche un piccolo banner sui siti web e si è rimediato da parte dell’integerrimo Frizza l’accusa di sprecare quattrini per accattivarsi la benevolenza della stampa. Poca considerazione della necessità di informare e nessuna per Gialletti e per noi editori.
Navigare un po’ dentro il sito comunale riserva del sorprese . Per quello che vedrete non c’è alcuna responsabilità dei dipendenti dell’ufficio, che non possono certo togliere o inserire contenuti a loro piacimento. Alcune sezioni dedicate all’urbanistica e ai comunicati stampa, quest’ultimi archiviati soltanto fini al 2011, forse per nascondere un passato imbarazzante per alcuni, sono adeguate alla funzione, il resto è da ridere e si confondono notizie buone con roba di dieci anni fa.
Dopo una confusa home, in cui si narra ancora del Laboratorio di Vigna Grande e si pubblicizza il business plan di Risorse per Orvieto, se entrate e vi capita di cliccare su azioni di governo, il luogo dove il navigatore potrebbe pensare di trovare effettivamente le azioni di governo, si spalanca subito il mondo “Còncina Frizza”.
La sezione si apre con la comunicazione del Giro d’Italia 2011, prosegue con vecchie informazioni senza data, quindi inutili, poi c’è il bilancio 2005. Alla sezione Cultura c’è soltanto un’apertura che dice del Palazzo dei Sette, non si capisce perché, ma rispecchia la sostanza. Stesso livello di informazione sui lavori pubblici: due robusti PDF del 2003, nessuna attività al link cantieri aperti, ovviamente, e poi il progetto preliminare della Complanare. Però, nella sezione denominata Mappa dei lavori pubblici nel territorio di Orvieto si può trovare ancora il rendering della costruzione del Belvedere e le mappe sulle attività in corso che portano la firma dell’assessore Germani.
Vi comunico che c’è anche uno spazio dedicato a Il sistema Orvieto: per un’economia integrata e uno sviluppo sostenibile: è del 2002, cimicchiano. Il responsabile dell’ufficio Tasse tributi è ancora Agostino Cannas, che è andato in pensione almeno cinque anni fa. Nel sistema di Mobilità alternativa non c’è neppure il parcheggio di via Roma, pensate il resto. La Politica del personale si ferma al 2003.
E così via. Insomma, un sito con forte impronta storica.
Nella pagina di apertura ci sono anche tasti per avere notizie sul Premio per i diritti umani e perfino del Premio Barzini, assassinati dalla nuova amministrazione nel primo periodo di epurazione del sinistrismo.
Le amenità sono molte e le curiosità curiose, tutte sintetizzate dal percorso che suggerisco, perché emblematico della filosofia che sorregge il sito istituzionale del Comune di Orvieto http://www.comune.orvieto.tr.it/: entrate, andate a fondo pagina per controllare la guida al sito e aprite dove c’è la parte proprio per voi curiosi: “sono un cittadino e sto cercando”. Le informazioni si aprono con il bilancio di previsione 2004. Così avrete chiaro cosa troverete.
Tendiamo un velo sul resto, non per pietà ma per vergogna.