Riceviamo da Sinistra Ecologia e Libertà Circolo di Orvieto e pubblichiamo.
In questi ultimi mesi, la vicenda del Centro Studi Città di Orvieto ha appassionato molti, Orvietani e non, a testimonianza del fatto che quando un “luogo” produce cultura, questo perde automaticamente la sua connotazione di “locale” e con esso anche la comunità che ci ha creduto e che lo ha costruito.
Tra dicembre e gennaio molte sono state le manifestazioni per il Centro Studi:
il Consiglio Comunale istituì una speciale Commissione di Studio che produsse addirittura due relazioni che, tanto per non farsi mancare nulla, suggerivano soluzioni diametralmente opposte; nello stesso periodo sono state raccolte circa 3000 firme contro la chiusura mentre il Preside di uno dei College della Kansas State University ha chiesto ad Orvieto di continuare a credere in questa esperienza, assicurando anche uno sviluppo dei rapporti con la sua Università. Verso la fine di gennaio sembrava che qualcuno stesse occupandosi di studiare una soluzione che consentisse ai Soci della Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto di considerare seriamente il suo possibile rilancio.
Invece dopodomani il CSCO non ci sarà più.
Sembra che il Consiglio di Amministrazione così abbia deliberato, anche con qualche dubbio di legittimità, considerato che è decaduto da tempo: attività chiusa, dipendenti licenziati.
Se è vero che il CSCO è in queste condizioni da molto tempo, ci chiediamo perchè i suoi Soci non abbiano preso alcuna decisione, chiusura o rilancio che fosse, quando si sarebbe dovuto fare: i manager di esperienza e mestiere che gestiscono la nostra cosa pubblica, infatti, sanno benissimo che in situazioni di crisi il non prendere decisioni serve solo ad accumulare debito.
Questa città alta e strana ha bisogno, per vivere, della simbiosi armonica tra arte, artigianato, cultura e territorio. Se viene chiuso uno dei luoghi centrali per la produzione di cultura, l’equilibrio si altera e con esso anche la delicata trama del tessuto sociale e produttivo di questa città.
Spesso ci siamo sentiti dire di non preoccuparci, perchè “tanto ci pensa Toni”, ma ancora non abbiamo capito bene a cosa abbia pensato il nostro sindaco in tutto questo tempo. L’unica cosa che sappiamo e che abbiamo capito è che per cambiare dobbiamo aspettare “solo” le prossime elezioni.
Nella speranza di non dover subire nel frattempo ulteriori “scelte manageriali” delle quali faremmo volentieri a meno, esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori del Centro Studi.