di Laura Tortorelli D’Ambrosio
C’è chi il rock lo indossa come un vestito, e chi invece ci cresce dentro come nella pelle. E quando il rock è davvero parte di te, non si ferma di fronte a niente. Ecco perché non sarebbe bastato un contratto discografico “fantasma”, a spegnere la passione dei Nonzeta. E vale la pena ricordare le vicende legate a questa band orvietana.
Nel 2003, dopo la registrazione del primo disco, per i Nonzeta ci fu subito l’occasione della ribalta nazionale. Un contratto discografico importante, ma alla realtà dei fatti “fantasma”, il sogno che sembra diventare realtà e invece si trasforma in un incubo. All’epoca se ne scrisse molto. Oggi se ne ricorda poco. Diverse furono le band coinvolte, molte delle quali ingiustamente scomparse. I Nonzeta no. Ci sono ancora. E tornano con un nuovo album, ancora più sfacciato e ambizioso dei precedenti.
«Cerco di notte l’ora migliore. Dopo mezzanotte ogni cosa è più reale» scrivono i Nonzeta in uno dei testi dell’ultimo disco. Come a dire che se riesci ad attraversare indenne il momento più buio – proprio come ha fatto la band orvietana – tutto diventa più vero, più significativo.
È da questa consapevolezza che parte il nuovo percorso dei Nonzeta.
Negli ultimi anni, la band si è distinta su prestigiosi media di settore per opening act importanti – su tutti Articolo 31, Linea 77, Bugo – e collaborazioni artistiche come quella in studio di registrazione con il rapper Vacca.
Attualmente sono in corso le registrazioni del nuovo disco, la cui uscita è prevista per l’autunno 2013 su etichetta Mauna Loa, con l’anticipazione estiva di un paio di singoli e di un videoclip.
Un album traversale, nella sua matrice rock, con sonorità molto contemporanee, pugni nello stomaco e carezze. Un disco cantato in italiano, nello stile Nonzeta, con testi ispirati ed espressivi.
I Nonzeta, è bene dirlo, non se ne sono mai andati. Tutto è appena incominciato.
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