SORIANO NEL CIMINO – Si è svolta sabato pomeriggio, a Soriano nel Cimino, la II edizione del premio nazionale “Pietro Calabrese”: manifestazione intitolata a un grande professionista dell’informazione scomparso nel settembre del 2010 e che si è sempre contraddistinto, nella sua lunga carriera, non solo per le qualità professionali, ma anche morali. Paladino di obiettività ed equilibrio. Padre affettuoso, amico fedele.
Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Soriano, Fabio Menicacci: “Ringrazio veramente di cuore – ha commentato – tutti i presenti. Pietro Calabrese con il territorio di Soriano non c’entra niente ma mi auguro, comunque, di aver interpretato nel migliore dei modi questo premio. E’ speranza che il nostro territorio, già borgo d’origine di molte personalità illustri del mondo artistico, culturale e letterario, possa diventare il paese della famiglia Calabrese”.
Pietro Calabrese iniziò la sua lunga carriera all’Ansa per poi arrivare alla direzione de Il Messaggero, di Panorama e della Gazzetta dello Sport, senza dimenticare le esperienze all’Espresso e in Rai. Un uomo dotato di grande umorismo e di valori semplici, ma rari, come la lealtà. Aveva un tocco, un tono, una distanza tutta sua che permetteva di fare un giornale con grazia e leggerezza.
Ieri si è tenuta, a Soriano, una lezione di giornalismo sportivo tra ricordi e frammenti di piacevole umorismo. Protagonisti indiscussi di un prestigioso parterre: presidenti, allenatori e giornalisti sportivi. Presenti all’evento oltre alla figlia, nota giornalista del tg5, Costanza Calabrese tra i premiati: il presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, l’amministratore delegato della Juventus, Beppe Marotta, l’allenatore dell’Atalanta, Stefano Colantuono, l’amministratore delegato e presidente del Sassuolo, Carlo Rossi, i giornalisti Paolo De Paola, Ruggiero Palombo, Bruno Gentili, Ilaria D’Amico e Mario Orfeo e gli ex calciatori Angelo Peruzzi e Sabino Nela. A ritirare, inoltre, il premio speciale alla carriera dopo 23 anni al Corriere della Sera e attualmente editorialista del Corriere dello Sport, Franco Meli.
Un compagno di banco affettuoso: umile e in grado di reiventarsi continuamente. Nomade nei pensieri e per niente abitudinario. Così lo ricorda Ilaria D’Amico, giornalista di Sky Sport e premiata ieri con la tradizionale “castagna d’oro”, prodotto tipico dei Monti Cimini: “Mio figlio – ha esordito la D’Amico – si chiama Pietro e questo non è un caso. Era un uomo nato per fare il giornalista: attento, molto critico e con la continua e costante voglia di sperimentarsi. Aveva una grade qualità Pietro Calabrese: amava prendersi cura degli amici”.
Umorismo e ironia. Il desiderio di essere dissacrante nella “cattedrale” della Gazzetta dello Sport. Questo era Pietro Calabrese: tenacia, caparbietà e carattere d’acciaio. La voglia di divertirsi e ridere del giornalismo e la consapevolezza che la lotta è vita.
“Ascoltare tutti questi ricordi legati a mio padre – ha commentato la figlia Costanza Calabrese – i suoi insegnamenti e i suoi valori, mi emoziona profondamente. Papà non era una persona semplice: era molto severo e, per certi aspetti, ostico; ma possedeva un’umiltà, un’intuizione e una semplicità disarmanti. Nonostante sia morto da ormai tre anni papà vive dentro di me: in ogni cosa che faccio durante la giornata lui mi è accanto con quell’amore e quella generosità che lo hanno sempre contraddistinto nel corso della vita”.