di Valerio Quercia
“C’era una volta… Pinocchio!”.
“Il Libro…”, “il Film…”, “il Disco…”, direte voi…
“No amici, avete sbagliato… C’era una volta il MUSICAL!!”
Harmonia Danza, con il patrocino del comune di Orvieto, torna a farci vivere, con la leggerezza e l’ allegria tipiche del musical, la favola del burattino più famoso del mondo.
Le musiche originali di Dino Graziani, che ha anche scritto i testi con Antonella Campanari e Vieri Venturi, ci propongono una nuova lettura della favola che ci permette di scoprire quei pezzetti di “noi” che trovano disseminati nel percorso formativo e di cambiamento di Pinocchio.
Nella favola troviamo rifiuto delle regole e delle convenzioni, dei consigli e degli ammonimenti, i pentimenti e i sensi di colpa per non aver ubbidito ai “grandi” e ci riconosciamo in quel “noi” del titolo delle spettacolo.
C’è anche un “noi” nei personaggi che si succedono sulla scena: come non riconoscersi nel Grillo Parlante (fantastico gruppo vocale dei “Cherries on a Swing Set”) quando cerchiamo, con ammonimenti e minacce, di far fare agli altri quello che non vogliono fare; e quante volte siamo stati Lucignoli, Gatti e Volpi e abbiamo tentato e ingannato gli ingenui.
La storia trova il suo lato più profondo e commovente nell’amore incondizionato che Geppetto e la Fata Turchina, dimostrano a Pinocchio. Un amore che va al di là delle sue malefatte, delle sue bugie e delle sue promesse non mantenute, un sentimento che è fatto di accettazione e di calore e che può essere dimostrato solo con l’esempio e non con le parole.
La forza impalpabile di quell’amore permette a Pinocchio di spezzare quei “fili” che lo ingarbugliano come una crisalide e di far prevalere la sua indole profonda che finalmente può spiegare le sue ali verso il cambiamento.
Tutto questo avviene nel musical sotto i nostri occhi con le coreografie, i cori, e le scenografie che ci accompagnano in un mondo incantato che sappiamo essere presente in ognuno di noi. Protagonista, naturalmente, la musica (tutta rigorosamente dal vivo, suonata dai ragazzi della Scuola Comunale di Musica e dall’orchestra “A. Casasole”), che spazia dal blues, lento e strascinato della lumaca, al rock scatenato di Lucignolo, alle dolci melodie della Fatina, al jazz, al gypsy, alla tarantella delle scene più scoppiettanti.
Ancora una volta la favola di Pinocchio ci ammalia e di nuovo ci chiediamo come sia riuscito Collodi a trovare l’ispirazione per tramandarci una storia di formazione così vera e moderna.