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Home Politica

Diciamocelo n°40 del 3 giugno

Redazione by Redazione
5 Giugno 2013
in Politica, LETTERE PROVINCIALI, Archivio notizie
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Caro amico, questa settimana ti scrivo …

Franco Raimondo Barbabella

 

Caro amico, così ti rispondo …

Pier Luigi Leoni

 

L’Italia è a terra. Ci vuole una nuova Assemblea Costituente?

 

“Non c’è più spazio e tempo per le mezze misure. L’Italia è a terra. E raddrizzarla è ormai impossibile. È   necessario un nuovo inizio. Chiudere con una fase storica per aprirne un’altra, con lo stesso ottimismo e la stessa energia che caratterizzarono la ripartenza dopo il fascismo e la guerra. Allora ci fu anche il passaggio dalla monarchia alla repubblica a rendere più evidente che si entrava in una nuova epoca. Oggi la cesura netta sarebbe data da una nuova Costituzione. Ma non varata da improbabili commissioni o simili pastrocchi. Non è tempo di mezze misure. Ci vuole una fase costituente capace di suscitare aspettative e sprigionare energie e speranze. Dunque una Assemblea Costituente, eletta dal popolo con voto proporzionale perché una nuova Carta non può nascere eliminando voci diverse, ancorché minoritarie. E che lavori senza sospendere ma affiancando il lavoro delle due Camere attuali, per non creare vuoti di potere”. (Nicola Cariglia)

 

F. A me questa sembrerebbe una scelta intelligente, all’altezza della sfida di ricostruzione che il degrado del Paese ci pone dinanzi. Ma mi chiedo: il degrado non è forse giunto al punto che la classe dirigente che di esso discute ma che di esso è anche espressione non può essere intrinsecamente in grado di uscirne? Me lo chiedo perché, osservando quello che succede in giro e quello che emerge dalla discussione quotidiana a tutti i livelli sull’esempio (sic!) di quello nazionale, mi pare che vi sia più il gusto di farsi male, una specie di “cupio dissolvi”, piuttosto che uno scatto d’orgoglio e un’assunzione di responsabilità che dai pochi tenda ad espandersi verso i molti.

Per questo, mentre mi piacerebbe che avvenisse quello che auspica Cariglia, sono amaramente convinto che è proprio ciò che non accadrà, e penso dunque che saremo costretti ad accettare le consuete mezze misure frutto di compromessi non proprio esaltanti. Ma forse la responsabilità di ognuno di noi consiste proprio in questo, di saper agire per il meglio nelle condizioni date, anche quando non sono esaltanti. D’altronde si sa che in genere il meglio è nemico del bene. Mi viene anche da chiedermi in verità quando mai le condizioni in cui ci siamo trovati ad agire sono state esaltanti. E poi, magari è proprio in condizioni come queste che certuni trovano le energie necessarie a dare il meglio di sé. Perciò forse basta dire eccoci qua, coraggio e ancora avanti. Tu che ne pensi?

 

P. Quest’idea dell’assemblea costituente era una mia fissa di tanti anni fa. Poi diventò pure una fissa di Francesco Cossiga. Quanto a me, com’era giusto, non mi si filò nessuno. Cossiga fu preso per matto. Il fatto è che, per poter eleggere un’assemblea costituente, ci vuole una modificazione della Costituzione, cioè la confessione da parte del Parlamento di non avere il coraggio di fare ciò che tutti sanno benissimo che va fatto. Nessuno tiene a passare per vigliacco fino a quando non si trova con le spalle a muro e le gambe gli tremano. Ebbene, ai parlamentari le gambe non tremano perché non si rendono conto che siamo in una fase prerivoluzionaria. La gente che non ha niente da perdere sta aumentando ogni giorno e basta ancora poco per far venire le convulsioni a una democrazia malata. Non vedo le condizioni storiche per una guerra civile, ma per una fase di manifestazioni violente che provochino un colpo di stato, che tecnicamente è un fatto rivoluzionario. Spero di sbagliarmi e, nel mio piccolo, mi do da fare con altri milioni di Italiani perché non avvenga.

 

Era ora: il multi-tasking umano non esiste!

 

«Le donne, costrette a destreggiarsi tra lavoro e famiglia, sanno fare più cose insieme, gli uomini no». «Non è vero, come dimostra un recente studio svedese sono più multi-tasking gli uomini». Guidare e parlare al telefono, dare il biberon e controllare l’agenda: a casa o in ufficio, prima ancora che nei centri di ricerca, la guerra dei sessi sulla capacità di svolgere contemporaneamente più attività va avanti ormai quasi da quando Giulio Cesare dettava, si dice, tre testi contemporaneamente. Ora è Nick Chater, professore di scienza del comportamento alla britannica Warwick Business School, a confermare quello che noi tutti, uomini e donne, in cuor nostro già sapevamo perfettamente: il multi tasking non esiste, le nostre povere teste incalzate dalla tecnologia, dalla velocità e dai computer possono al massimo fare lo slalom tra un compito e l’altro, con più o meno velocità. E in questo zigzagare i cervelli di uomini e donne, fatte salve le altre differenze, sono più o meno alla pari”. (Fabio Carducci, Il Sole 24Ore)

F. Ti confesso, caro Pier, che in tutti questi anni in cui mi sono occupato contemporaneamente di tante cose nella stessa giornata, ovviamente cercando di farle tutte al meglio ed altrettanto ovviamente essendo cosciente che non tutte potevano venire bene come avrei desiderato, sono stato sempre angosciato dal fatto che, pur sforzandomi, non avrei potuto comunque essere all’altezza delle donne, definite come naturalmente multi-tasking. Ha un bel dire Carducci che sapevamo tutti che il multi-tasking non esiste per nessuno, uomo o donna che sia, perché al massimo possiamo zigzagare tra una faccenda e un’altra ma non possiamo mai farne due insieme! Io ero proprio preoccupato, e più mi davo da fare e più mi sentivo lontano anche solo dalla parità. Puoi dunque capire come mi sono sentito sollevato dal conoscere non tanto lo studio svedese che dimostrerebbe la superiorità degli uomini in fatto di capacità multi-tasking rispetto alle donne, quanto le argomentazione del professor Nick Chater, che mette di nuovo le cose a posto parlando di parità per inesistenza del fatto. Che bello, caro Pier, dopo tanto tempo posso finalmente fare le mie cose come mi pare senza la minaccia di un confronto di per sé perdente. Non so te, ma io sono finalmente tranquillo.

 

P. Non mi ero mai accorto del multi-tasking, forse perché, come dice quel NicK Chater, non esiste. Ma, a pensarci bene, nelle ammucchiate le donne hanno un vantaggio anatomico che facilita loro una specie di lungo mult-tasking.  In ogni modo è vero che i cervelli maschili e femminili tendono a zigzagare; inseguono i pensieri come fossero un branco di scimmie che saltellano disordinatamente su un albero e, quando riescono ad afferrarla una per la coda, devono trattenerla con dolcezza, altrimenti si trovano con la sola coda in mano.

 

La piscina della signora Susanna e le vendette “orvietane”

“E la signora Susanna spiega: “Mi è stato sempre detto che per le piscine fuori terra non occorre alcun permesso”. In realtà le cose non stanno esattamente cosi, soprattutto se la zona interessata è sottoposta a vincolo. Ma questo saranno gli uffici competenti a stabilirlo.

D’altro canto Susanna Concina  non è allarmata più di tanto per la bufera che, da qualche settimana, si agita attorno alla sua piscina. “Se dovessi rimuoverla, vorrà dire che ci pianterò delle rose” ha ammesso candidamente la moglie del sindaco che ieri mattina, in una pausa dai pennelli, ha aperto le porte ai giornalisti per mostrare l’ormai famosa piscina dello scandalo. La vicenda dall’ovattata traquillità della campagna vista Rupe appare poco più che una bega, nata per incidente da una “vendetta” personale, cosi la definisce la signora Susanna”. (Notizia di OrvietoSi)

 

F. Beh, vorrei avere la possibilità di complimentarmi con la signora Susanna, per il suo stile e per il suo sereno comportamento. Se dalla vicenda della piscina così come fatta e documentata emergeranno abusi (per intervento delle autorità competenti), sarà giusto che, come per tutti i cittadini, siano adottate le sanzioni previste. Ma è bene finirla qui con quel tipo di dibattito peloso e sostanzialmente scandalistico che contraddistingue da troppo tempo il clima culturale e sociale della nostra amata città. Dichiaro che provo fastidio per ogni iniziativa che non sia fondata sulla chiarezza delle responsabilità e che derivi più da astio, invidia o vendetta che non da desiderio di miglioramento dei comportamenti e dell’organizzazione sociale. So di sfondare con te una porta aperta, ma ho sentito comunque il bisogno di parlartene esplicitamente. Voglio anche dare atto alla stampa locale di aver fatto il proprio mestiere senza però cadere nella trappola di una troppo facile demagogia.

 

P. «Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo… si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti… A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire. Mio nipote è giovine; il religioso, da quel che sento, ha ancora tutto lo spirito, le… inclinazioni d’un giovine: e tocca a noi, che abbiamo i nostri anni… pur troppo eh, padre molto reverendo?…» Nella vicenda della piscina si sa che Lucia è l’Archeologia, alla quale si è mancato di rispetto, ma senza violentarla; quanto al Conte Zio, al Padre Provinciale, a Padre Cristoforo e a don Rodrigo fa’ un po’ tu.  Ma alla fine l’Archeologia sarà restituita integra e illibata e tutto finirà bene. Questa pantomima orvietana dei Promessi Sposi mi aveva già annoiato prima che cominciasse.

 

 

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