La tradizionale Giornata di Santificazione Presbiterale del Clero umbro promossa dalla Conferenza episcopale regionale si è svolta ieri mattina ad Orvieto città eucaristica che celebra quest’anno il Giubileo Straordinario Diocesano per il 750° anniversario del miracolo di Bolsena, avvenuto nel 1263.
I duecento presbiteri partecipanti, dopo la recita dell’Ora Media nella “Sala dei Quattrocento” del Palazzo dei Capitano del Popolo, hanno ascoltato la meditazione dettata da padre Amedeo Cencini, religioso canossiano sul tema “Eucaristia e Formazione Permanente del Clero. Prete: dov’è il tuo tesoro”.
Nella vita del prete – ha detto subito P. Cencini – il problema è sentirsi guardato dal Padre. Si tratta di un problema di sensibilità, di “udito spirituale”, che non cade dal cielo ma è frutto di formazione.
Il prete deve essere consapevole che il Padre lo avvolge con il Suo sguardo.
Tra i concetti di cuore, sensibilità e tesoro – ha poi detto – vige una sorta di equazione. Occorre vedere e saper scrutare le profondità del mondo interiore e pensare all’Eucaristia come sacramento dei sensi ma anche investire nella formazione della sensibilità.
I sensi – ha spiegato – vanno educati alla sensibilità credente del presbitero che è in contatto quotidiano con Dio e per questo deve essere educato a conoscere per primo i suoi sensi. Stiamo rischiando di perdere i sensi, che rappresentano le sponde del cuore e lo strumento di mediazione con la realtà per entrare in contatto con il trascendentale.
I sensi come via alla fede. Ma è necessario orientarli, senza subirli passivamente, per saper controllare ciò che entra attraverso di essi nel proprio mondo interiore. Sono aumentate le forme di cultura e subcultura e questo sovraumento incontrollato dei sensi non giova al loro sviluppo. Dall’allegra bulimia si passa così all’assuefazione. I giovani stanno perdendo i sensi. Le microscelte quotidiane, anche quelle implicite, non sono innocue. Non esiste scelta insignificante e neutra, ogni scelta è importante ed ogni persona – prete compreso – ha la sensibilità che si è costruito anche attraverso scelte piccole e quotidiane e sulla scorta di esse agisce. Il presbitero dovrebbe dunque essere il primo a ragionare sui propri sensi e sull’educazione che gli dà perché ogni giorno è a contatto con il mistero, occorrono sensi pienamente funzionanti.
Alle ore 12 in Cattedrale ha fatto seguito la solenne concelebrazione presieduta da mons. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale umbra. Il pranzo fraterno ha concluso la Giornata di Santificazione Presbiterale del Clero.
Si tratta di un incontro che ha riunito arcivescovi e vescovi umbri, preti diocesani, diaconi e religiosi della regione ecclesiastica per pregare insieme, riflettere e fraternizzare nella gioia del sacerdozio, ricordando il miracolo di Bolsena e rinnovando la fede nella presenza reale del Signore Gesù nelle specie eucaristiche. La Giornata ha richiamato alla priorità della preghiera rispetto all’azione, in quanto è da essa che dipende l’incisività dell’agire. Dal rapporto personale di ciascuno con il Signore Gesù, dipende infatti grandemente la missione della Chiesa, una missione che deve essere nutrita dalla preghiera.
Come nota storica di questo significativo appuntamento annuale di intensa spiritualità e comunione del Clero umbro, celebratasi sempre presso il Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, corre il dovere di citare una lunga lista di illustri ecclesiastici che si sono avvicendati nel corso degli anni nel presiedere questa Giornata: due futuri pontefici e numerosi vescovi, arcivescovi, cardinali e figure eminenti di religiosi. Per tutti ricordiamo il cardinale Albino Luciani, patriarca di Venezia, divenuto poi Papa Giovanni Paolo I, che il 18 giugno 1974 presiedette quella Giornata che registrò la presenza di tanti vescovi e di 820 sacerdoti. Il cronista dell’epoca scrive: “è stato un trionfo per l’Amore Misericordioso”. Per finire ricordiamo la Giornata del 17 giugno 1982: un giorno di grazia, indimenticabile per circa settecento sacerdoti che ascoltarono una riflessione biblica, chiara e profonda, del cardinale Giuseppe Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, divenuto poi Papa Benedetto XVI». (A. Co)