di Dante Freddi
Ieri, a proposito dell’articolo sulla revisione delle linee di trasporto urbano, abbiamo riportato le rettifiche dell’assessore Luciani senza alcun commento.
Oggi ci ritorniamo e ne facciamo una questione di merito e di metodo.
Sul merito, poco da dire.
Pensare che il collegamento da una parte all’altra della città, in un paese di anziani, serva soltanto ai turisti, e poco, indica di per sé il livello di elaborazione. Se poi un turista disabile o un vecchietto stanco hanno bisogno di trasporto, voilà, c’è il servizio “on demand” e al fischio appare il pollicino da dietro l’angolo. “Demand” a chi da parte di chi non si sa? e il vecchietto indigeno, a piedi?
Niente allarme poi per chi “deve raggiungere l’Ospedale con il mezzo pubblico o per chi torna in Treno alle 23.00”, l’assessore “sta pianificando”. Noi, secondo Luciani, dovremmo essere tranquilli e zitti perché lui “sta pianificando”: un ego veramente straordinario e una considerazione dei concittadini estremamente debole.
Sull’argomento ci torneremo, per capire tempi, modi e conseguenze di questa scelta e poterli raccontare ai lettori.
Ma quello che mi fa imbestialire è il metodo.
L’attacco della cosiddetta rettifica di Luciani, che è in verità soltanto una conferma della notizia e la giustificazione dal suo punto di vista, ha questo “incipit”: Caro Direttore, leggendo il redazionale di oggi sul trasporto pubblico ad Orvieto sono rimasto allibito in quanto esso contiene una serie di inesattezze, che evidentemente nessuno si è preso la briga di verificare prima di pubblicare; mi sento quindi in dovere di offrire ai lettori un quadro chiaro della vicenda in quanto non è bello dare informazioni sbagliate alla città.
Sberleffati come se avessimo scritto tutte scempiaggini, invece non c’è neppure un’”informazione sbagliata”, soltanto una valutazione delle conseguenze possibili che infastidisce l’assessore.
Se la professionalità di un avvocato o un geometra o a un pizzicagnolo fossero state trattate così, quali sarebbero state le conseguenze?
L’assessore Luciani dovrebbe prendere consapevolezza di se stesso e comportarsi di conseguenza, con umiltà, educazione e rispetto del lavoro degli altri. Dopo quattro anni di silenziosa presenza in Consiglio comunale, senza lode e senza infamia, l’inizio del suo nuovo incarico di assessore non è buono, non è per nulla buono, né per contenuti né per modi.
Di seguito, per chi avesse tempo e voglia di approfondire, l’articolo incriminato (1) e la cosiddetta “rettifica” di Luciani in versione integrale (2)
1)Il pezzo incriminato della nostra redazione
ORVIETO – Trasporto urbano, si cambia. Umbria Mobilità e Comune di Orvieto al termine della trattativa (in realtà ci sarebbero stati appena un paio di incontri) hanno chiuso il piano di revisione delle linee per il trasporto urbano della città.
Cancellato il pulmino per il Duomo, linee accorpate e stop al servizio oltre le 22,55. Sono le princiali novità introdotte, foriere di importanti ripercussioni per orvietani e i turisti.
A partire dal “pollicino” che fino ad oggi collegava piazza Cahen con il Duomo. Soppresso. La questione è controversa perché se è vero che i turisti ora dovranno per forza di cose percorrere a piedi corso Cavour per visitare il Duomo con soddisfazione (?) dei commercianti lungo il percorso, è anche vero che la cancellazione del collegamento allunga i tempi della visita per quei tour operator che sceglievano Orvieto come tappa “mordi e fuggi” di un’ora, un’ora e mezza.
A conti fatti – protestavano e protestano molti operatori, in testa le guide – la città rischia di perdere un migliaio di gruppi all’anno. E’ il tanto vituperato turismo “mordi e fuggi” (di americani e giapponesi, prevalentemente) ma che, in assenza di meglio, è comunque una grave perdita.
La revisione delle linee prevede anche l’accorpamento delle linee 3 e 4. L’effetto principale consiste nel fatto che tutti i bus diretti all’ospedale dovranno ora transitare per il quartiere de La Svolta con conseguente allungamento dei tempi di percorrenza. Dimezzate, inoltre, le corse pomeridiane: da quattro a due. E ancora: viene anticipata alle 22,50 la chiusura del servizio. Ovvero, niente più autobus dopo quest’ora. In pratica vengono lasciati a piedi i passeggeri del treno che è alle 23 in stazione.
Le questioni aperte sembrano essere molte e le conseguenze ancora tutte da valutare. La pratica in ogni caso passerà lunedì all’approvazione del consiglio comunale come integrazione all’ordine del giorno.
2) Qui la rettifica dell’assessore Luciani.
Caro Direttore, leggendo il redazionale di oggi sul trasporto pubblico ad Orvieto sono rimasto allibito in quanto esso contiene una serie di inesattezze, che evidentemente nessuno si è preso la briga di verificare prima di pubblicare; mi sento quindi in dovere di offrire ai lettori un quadro chiaro della vicenda in quanto non è bello dare informazioni sbagliate alla città.
Innanzitutto una doverosa premessa: la rimodulazione delle linee che stiamo studiando con grande attenzione insieme ad Umbria Mobilità (molto più che due incontri) non è una trovata della Amministrazione Orvietana, ma una esigenza che ci viene imposta da precise scelte della Regione Umbria e dell’Unione Europea, fatte per salvare l’azienda ed i suoi dipendenti orvietani.
Venendo al vostro redazionale, mi pare semplicistico e riduttivo dire che saranno allungati “i tempi della visita per quei tour operator che sceglievano Orvieto come tappa “mordi e fuggi” di un’ora, un’ora e mezza”: infatti, è proprio pensando a questa categoria di utenti che l’amministrazione Comunale ha previsto la possibilità di arrivare con il Bus turistico fino alla Caserma Piave, anziché doversi fermare dietro la stazione.
Questa novità, opportunamente regolamentata in modo da impedire un accesso incontrollato alla rupe, garantirà un sostanziale accorciamento dei tempi necessari a raggiungere il cuore della città (soprattutto se calcoliamo il tempo necessario a raggruppare la comitiva, acquistare i biglietti, attendere la funicolare, salire con essa, sbarcare, attendere il “pollicino”, arrivare fino a Piazza duomo); mi pare che, quand’anche una comitiva, giunta a Piazza Cahen, dovesse decidere di salire a piedi fino al Duomo, i tempi complessivi sarebbero sostanzialmente immutati e dal maggiore flusso pedonale tutta la città (non solo i commercianti, così ingenerosamente chiamati in causa) trarrebbe senz’altro giovamento.
Problemi di deambulazione o tempi ristrettissimi? Sarà previsto un servizio “on demand” che accompagnerà gli utenti fino al Duomo. Quindi nessuna “cancellazione” del servizio.
Mi sembra anche inutilmente allarmistico, far nascere preoccupazioni in capo a chi deve raggiungere l’Ospedale con il mezzo pubblico o per chi torna in Treno alle 23.00, dal momento che stiamo pianificando con l’Azienda un servizio fino alle 23.30 e questo tenendo conto non solo delle esigenze dei “pendolari” ferroviari ma anche dei lavoratori ospedalieri.
Assessore Gianluca Luciani