di Marco Conticelli , vicesindaco di Porano con delega alle Politiche sociali, componente della Conferenza dei Sindaci della Zona Sociale n.12
La gestione delle politiche sociali, nei periodi di profonda crisi come quello attuale, assume un ruolo ancora più determinante perché, aumentando la richiesta di protezione, necessariamente maggiore deve risultare la risposta attraverso la garanzia di una rete capillare di interventi sociali che abbracci i soggetti storicamente deboli e quelli di nuovo ingresso.
L’area del disagio si allarga sensibilmente, coinvolgendo anche persone e famiglie che, in altri momenti, riuscivano a tirare avanti con dignità.
In questo quadro i Comuni, titolari della funzione di gestione del sociale nei rispettivi territori, sono chiamati ad affrontare questa emergenza, che in realtà non si configura più tale in quanto non si è in grado di stabilirne i tempi di uscita, con tutte le enormi difficoltà reali legate a risorse finanziarie sempre più scarse ed incerte.
Stando ai dati del 2012 elaborati dalla Zona Sociale n.12 che comprende i Comuni del comprensorio orvietano, l’area del disagio, come dicevo, si è ulteriormente ampliata, coinvolgendo soprattutto gli adulti e gli anziani ma in particolar modo le famiglie.
Rispetto al 2011, il dato 2012 delle prese in carico da parte dei servizi sociali, intese come progetti di aiuto complesso e non semplici prestazioni di sostegno, registra un incremento del 43%, evidenziando un forte aumento di richiesta di aiuto da parte delle famiglie.
Le maggiori richieste sono relative all’area dell’aiuto economico e della ricerca di lavoro ma solo il 54% riceve un intervento sociale a causa dei continui tagli al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali che hanno portato queste risorse per il nostro Ambito, nel2012, acirca 58.000 euro contro gli 850.000 del 2006, appena quindi sei anni fa.
Nel 2013, la possibilità di mettere in campo interventi sociali collegati a progetti esterni (contributo Fondazione CRO – Home Care Premium Inps ecc.) e la ripartizione del Fondo Nazionale che per la nostra Regione ammonta a circa 5.000.000 di euro contro circa 180.000 del 2012, consentiranno di mantenere i livelli di assistenza del 2012 favorendo la liberazione di risorse proprie del bilancio, tenendo conto anche del Fondo P.R.I.N.A. per le non autosufficienze, rifinanziato dallo Stato, rivolto all’erogazione di interventi ad integrazione socio-sanitaria, ma considerando anche, in negativo, il taglio, inizialmente previsto del 18%, ma in realtà del 25%, del Fondo Regionale delle Politiche Sociali.
Questi dati, ma ce ne sarebbero ancora molti da elencare, inquadrano una vasta area del disagio di cuila Conferenzadei Sindaci, organismo di programmazione territoriale e di organizzazione delle politiche socio-sanitarie, dovrà necessariamente tener conto nella predisposizione del bilancio sociale 2013, propedeutico alla erogazione di prestazioni e servizi sociali.
Negli anni, nonostante le crescenti difficoltà finanziarie, tutti i Comuni del comprensorio orvietano che fanno riferimento all’Ambito n.12, sono riusciti a mantenere ed a garantire un accettabile livello di protezione sociale, nella considerazione che le politiche sociali rivestono un ruolo di primo piano perché incidono direttamente sulla vita quotidiana delle persone.
Oggi dobbiamo continuare a tenere alta la guardia perché, a fronte di un maggiore bisogno sociale, è necessario predisporre una adeguata risposta che passi non solo attraverso il mantenimento dei livelli attuali ma soprattutto, a mio avviso, attraverso un RAFFORZAMENTO delle prestazioni e dei servizi da erogare.
Non è immaginabile né da società civile doversi trovare nella condizione di interrompere l’erogazione del servizio di trasporto per disabili, anziani e per quelle persone malate non autonome verso i centri specialistici, avendo un limite annuo di2500 chilometrida non dover oltrepassare.
Mi auguro che, nella predisposizione del bilancio 2013 della nostra Zona Sociale, chi sarà chiamato a decidere, Sindaci e/o Assessori che partecipano alla Conferenza, condividano questa linea, mettendo in atto non solo operazioni di tipo ragionieristico legate ai bilanci dei propri Enti ma esprimendo, anche e soprattutto, valutazioni di carattere politico nella consapevolezza che, attualmente, la gestione delle politiche sociali costituisce la vera priorità nazionale che ingloba direttamente altre emergenze, prima fra tutte il lavoro e l’altissimo tasso di disoccupazione.
Una priorità che rappresenta le VERA PRIORITA’ dei nostri giorni che i Comuni, istituzioni che operano a più stretto contatto con i cittadini, devono saper far propria, continuando a garantire almeno le medesime risorse che fino ad oggi hanno permesso, negli anni, di dare sollievo al disagio.
Confermare, da parte dei Comuni, le medesime risorse anche nel 2013, significherebbe, di per sé, potenziare la rete di prestazioni e servizi alle persone, anche in virtù degli aiuti che si sono concretizzati nell’ultimo periodo provenienti da istituzioni esterne.