Gli organizzatori della campagna contro le pale eoliche sul Peglia, battaglia che condividiamo, ci inviano questo rendering che ci dicono perfettamente in scala. Il punto di vista è Porano. Se fosse realistico soltanto in parte sarebbe ugualmente aberrante.
Alleghiamo di seguito l’interrogazione dell’onorevole Realacci e l’appello di personalità che amano il nostro paesaggio.
Interrogazione scritta dell’onorevole Realacci.
Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Per sapere premesso che
la Costituzione della Repubblica Italiana all’art.9 dei Principi Fondamentali così recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”;
il paesaggio italiano è il risultato di millenni di storia in cui civiltà e culture diverse si sono succedute e intersecate nella sua struttura costituendone bellezza e identità culturale. Ciò che inoltre distingue la complessità dei caratteri storici del paesaggio italiano, rispetto ad altri paesaggi europei, è la molteplicità e la stratificazione delle impronte che le molte civiltà che vi sono susseguite hanno lasciato nel territorio e nelle forme di boschi e campagne e insediamenti urbani. Civiltà che hanno poi dato al nostro territorio un grandissimo contributo di specie vegetali, tecniche di coltivazione, modi di captazione e uso dell’acqua, costruzioni e manufatti, tanto da far assumere al paesaggio italiano un valore storico del tutto particolare rispetto agli altri paesi europei. Paesaggio che per l’Italia tutta costituisce una ricchezza economica di inestimabile valore per la nostra nazione e che deve essere tutelata;
è notizia dello scorso 14 aprile, riportata da quotidiani locali umbri e anche da un servizio del Tg2, edizione del secondo canale RAI delle ore 13, che conferma la realizzazione di un campo eolico sul Monte Peglia, in provincia di Terni, a pochissimi kilometri dalla città di Orvieto, e descrive le relative proteste dei cittadini e da alcuni comitati;
si apprende poi da vari articoli presenti online che, con la presentazione di due progetti alla Provincia di Terni, la società Innova Wind, con sede a Napoli e capitale sociale di 10.000€, intende installare, sul monte Peglia: 18 torri eoliche ognuna alta 150 metri e rotori di 82 metri di diametro, basamenti in cemento per un totale di 6 ettari, nuove strade di collegamento tra torre e torre, due imponente sottostazioni elettriche ed elettrodotti per l’innesto alla rete elettrica nazionale;
il sopraccitato campo eolico sarebbe poi visibile da più orizzonti e da elevata distanza , tra l’altro anche dal duomo di Orvieto, capolavoro del gotico e neogotico italiano del XVI secolo, che rendono la città umbra famosa in tutto il mondo;
il consiglio provinciale di Terni ha inoltre recentemente bocciato, all’unanimità, con un ordine del giorno il progetto di installazione di pale eoliche sul Monte Peglia, di fronte ad Orvieto;
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della vicenda e se essa corrisponda al vero. Se agli uffici preposti dei Dicasteri competenti giacciano richieste di autorizzazioni paesaggistiche per le installazioni delle pale eoliche del Monte Peglia. Quali iniziative urgenti intendano poi mettere in campo per scongiurare il deturpamento del paesaggio circostante la città di Orvieto e se vogliano verificare, per mezzo degli uffici territoriali competenti, se il predetto campo eolico sia compatibile con i parametri di rischio idrogeologo dell’area individuata.
Roma, 17 aprile 2013
Ermete Realacci
Appello contro l’eolico al Peglia
E’ stato presentato un progetto per l’installazione di 18 pale eoliche alle spalle del duomo di Orvieto, sul monte Peglia. 18 pale giganti, alte tre volte la facciata del duomo, visibili da tutti i comuni della regione fino a Perugia.
Ne viene violentata una delle città più belle al mondo, simbolo nazionale e internazionale dell’architettura gotica dell’Italia centrale.
La minaccia viene da impianti distruttivi e devastanti del territorio, costosi e scarsamente produttivi, che non risolverebbero in alcun modo il fabbisogno energetico ma disperderebbero un patrimonio che non ha prezzo: la storia, l’arte, il paesaggio, le nostre radici. L’eolico ha creato solo speculazione e spreco di denaro pubblico perché in Italia manca ciò che può rendere gli impianti convenienti: il vento.
Spetta alla Regione dire sì o no a questo progetto decisamente fuori scala rispetto alle caratteristiche paesaggistiche, ambientali, culturali e storiche del territorio.
Ci appelliamo a tutte le istituzioni e i gruppi politici perché sappiano difendere gli interessi della nostra terra deliberando con serietà e responsabilità.
Orvieto, 13 aprile 2013
Stefano Rodotà
Folco Quilici
Susanna Tamaro
Carlo Ripa di Meana
Mario Signorino
Rosa Filippini
Oreste Rutigliano
Carlo Alberto Pinelli
Maria Rita Signorini