di Massimo Gnagnarini
Ci sono cose che ci appaiono così enormi nella loro insensatezza che proviamo perfino imbarazzo al solo pensare che possano essere reali.
La notizia del primo cittadino che ha la sua piscina famigliare all’interno del parco archeologico appena sotto casa sembra tratta dalla sceneggiatura di Cetto La Qualunque creata dal quel genio della comicità tragica che è Antonio Albanese.
Per fortuna che a fronte di migliaia di stimoli a cui quotidianamente siamo sottoposti, la nostra mente, per farci risparmiare tempo ed energie, compie un processo automatico di filtraggio che ci impedisce di doverci soffermare ogni volta a ragionare dell’inverosimile.
Questa fisiologia dell’intelligenza individuale regola anche l’intelligenza collettiva che si esprime attraverso la comunicazione sociale dei Media.
Ciò spiega la giusta prudenza con la quale i giornali online orvietani hanno trattato la denuncia dell’ex assessore Brugiotti circa la presunta abusiva piscina di casa Concina.
I nostri direttori per mestiere sanno che gli scandali veri possiedono gambe proprie e tentare di occultarli all’opinione pubblica, per chiunque, sarebbe come tentare di fermare con le mani l’acqua che scorre.