Riceviamo e pubblichiamo un’altra missiva dell’assessore Marino alla signora Calcagni. Il tema sono le ceramiche in possesso del Comune.
Premesso che so benissimo che nei miei riguardi non è stata messa in discussione né l’ intelligenza, tantomeno gli stati psicofisici, ma avendo usato un metalogismo, nello specifico un’iperbole, potrei aver causato un possibile equivoco, evito ora di rispondere con un’altra figura retorica, ovvero l’ironia, rispondendo che le ceramiche acquistate sono andate a fare compagnia a tutte quelle che il comune ha ricevute in dono da oltre dieci anni e da allora tenute segregate.
La piacevolezza però di queste conversazioni on line mi induce ad esporre altre considerazioni sul tema, che potrebbero essere ancora una volta insoddisfacenti, ma che per chi legge potrebbero essere utili ed interessanti.
Premetto anche che le conversazioni con il professor Pasca ed il dottor Talamoni, non avevano carattere di ufficialità né erano dettate dal ruolo assessorile, in quanto mai delegato alla funzione di interlocutore del Centro Studi, per questo, credo, mai presentate ai consiglieri.
I miei erano e rimangono semplici consigli amichevoli dettati dalla passione per la materia ed il desiderio di vedere risolto l’equivoco che ha determinato l’abbandono del primitivo progetto di creare un centro di documentazione della ceramica, realizzabile con un modesto investimento finanziario, per avventurarsi in un costoso e mai concluso progetto museale.
Temo però che questo approfondimento non soddisfi le sue esigenze ed ovviamente non risponda alle sue domande che sono precise e dirette.
Però se le rispondessi che le ceramiche acquistate sono accumulate in piccole casse depositate presso il palazzo Simoncelli, probabilmente a sua insaputa, a disposizione di chiunque ne chieda la visione, tale risposta potrebbe essere considerata evasiva ed incompleta, anche se altrettanto precisa come la domanda, ma è l’unica che posso dare nei limiti delle mie competenze.
Intuendo quali potrebbero essere le successive considerazioni ed eventuali domande, attenderò con piacere che queste vengano formulate, possibilmente senza perifrasi.
Nel frattempo, se la cosa non la disturba, provi ad immaginare cosa nasconda l’eufemismo della pausa di riflessione da me richiesta preventivamente all’acquisto, ma se la cosa legittimamente non la dovesse interessare, stia tranquilla che non sono aduso a concludere le diatribe con citazioni di giustiana memoria.