Riceviamo da Gianluca Piergili, presidente UDC Umbria, e pubblichiamo.
Quello che tutti temevano rispetto ad un progressivo ridimensionamento delle prerogative della Provincia di Terni derivante dalla nascita della nuova Asl 2 (Terni – Foligno) con centro decisionale a Foligno si sta puntualmente determinando.
La nuova convezione proposta dal nuovo direttore generale Fratini per le residenze protette sta determinando, se fosse attuata, un taglio del 50% dei posti letto convenzionati nella Provincia di Terni(da 670 posti autorizzati a 321 convenzionati), mentre il territorio Foligno – Spoleto subirà un taglio minimale (da 400 posti letto autorizzati a 360 convenzionati)
Tenendo conto che stiamo parlando di territori con una demografia totalmente diversa(230 mila abitanti per la Provincia di Terni) e con un tasso di invecchiamento molto più alto a carico della Provincia di Terni (parametri fissati dalla Regione dell’Umbria) risulta del tutto incomprensibile questa palese diversità di trattamento.
Se questi tagli saranno attuati gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie della Provincia di Terni subiranno un grave danno al loro diritto all’assistenza. Solo per il 30% degli utenti sarà garantita l’integrazione, per tutti gli altri l’assistenza sarà totalmente a carico delle famiglie. Inoltre determinerà lo stato di fortissima crisi per un intero comparto produttivo che nella Provincia di Terni occupa oltre 400 persone.
Non ha alcun senso il distinguo fatto dalla direzione della Asl circa un maggior costo della strutture private rispetto a quelle pubbliche, in quanto il livelli di costo sono fissati dalla Regione dell’Umbria e sono assolutamente identici per il pubblico che per il privato.
Lo scorso anno la Presidente Marini nella polemica circa la sede legale della nuova Asl evidenziò che i cittadini della Provincia di Terni più che preoccuparsi della sede legale si dovrebbero preoccupare del mantenimento del livello dei servizi. Benissimo!!!!!
Si apra subito un tavolo regionale per superare questa palese diseguaglianza, ripristinando una parità di trattamento e di servizi tra i territori attraverso un equa ripartizione delle risorse tenendo conto delle effettive esigenze e bisogni dell’utenza e non attraverso una distribuzione basata esclusivamente su criteri geo-politici.