Ieri pomeriggio, mentre il Governo decideva di procrastinare di una settimana le modalità per una nuova regolamentazione dell’IMU a causa delle mancanza di copertura, al Comune di Orvieto si discuteva animatamente sulla deliberazione presentata dalla Giunta per ridurre l’IMU sulla prima casa e sugli altri fabbricati. Qui le coperture non servono.
Il decreto legge a cui si riferiva la deliberazione sarà superato dalla nuova normativa del governo e comunque, dicono gli esperti, non sarà tramutato in legge in quanto illegittimo. Si è trattato di una botta di demagogia per dimostrare l’attenzione dei conciniani alle difficoltà dei cittadini, privati e imprese. Tanto non si trattava di soldi reali ma di un giro a Monopoli , infatti quando si è trattato di imporre le tasse vere, quelle che portano quattrini per tentare di quadrare il bilancio, l’Amministrazione ha applicato le tariffe massime, o quasi.
Il Consiglio è stata una sceneggiata in cui si sono visti virtuosismi drammatici toccanti. Si muovevano sul palco personaggi accorati che invocavano il bene comune e, di fronte ai dubbi della minoranza sulla serietà della deliberazione, Pizzo, in odore di assessorato, rispondeva con un enfatico “falsità, falsità, falsità”. C’è stato il fantastico Meffi, sodale dell’ex sindaco Mocio per cinque anni, che gridava:”allora non volete che gli orvietani risparmino due milioni e quattrocentomila euro! Siete sempre i soliti”.
A Meffi è bastato prendere a braccetto Còncina e svoltare l’angolo e subito i suoi ex compagni, quelli accusati di tartassare gli orvietani e di lasciare debiti fuori bilancio, sono diventati spregevoli “voi”. Mi ha ricordato una barzelletta sul nero che diventa bianco, che non racconto perché non c’è nulla da ridere, almeno per chi l’IMU l’ha pagata e per le aziende che stentano a corrispondere i prossimi balzelli, qualsiasi forma assumano.
Il ragioniere dottor Bronzo ha allegato alla deliberazione una sua nota in cui ha fatto presente che l’approvazione delle nuove aliquote e delle detrazioni IMU per il 2013 avrebbero comportato un minore gettito per il Comune di due milioni e quattrocentomila euro, quelli a cui si riferiva Meffi. E, poiché ancora si deve presentare il bilancio preventivo 2013 e non si sa dove prendere i soldi, evidenziava questo non marginale enigma, che non ha assunto però la dignità di argomento in discussione.
Quando si discute di bene comune, parlare di quattrini è volgare.
In tutta questa rappresentazione il centrosinistra si è trovato in un cantone, a raccontare che loro vogliono eliminare l’IMU ma non si fidano di questa sparata demagogica. Gli elettori però premono, le tasse non le vuole nessuno e qualcuno si accontenta anche di una futile dichiarazione di principio. Emblematico il breve ma intenso intervento del consigliere Sborra, imprenditore di successo, che ha dichiarato che lui avrebbe votato qualsiasi deliberazione tesa ad abbassare le tasse. Pensiero semplice e chiaro. Perché non accontentarlo?
Alla fine, dopo una breve interruzione chiesta dal consigliere Gialletti, si sono messi tutti d’accordo e hanno arricchito la deliberazione in approvazione con la promessa che il Consiglio si impegnerà tanto, ma proprio tanto, per abbassare quanto possibile IMU o altro di tal genere.
Persona coerente, la consigliera Stopponi ha votato contro, non perché volesse più tasse, ma perché non voleva prendere per i fondelli nessuno.
Si è fatto notare anche il consigliere Ranchino, che si è presentato, non è intervenuto, al voto non c’era. Assente del tutto il consigliere Tonelli.