di Nello Riscaldati
(Antefatto)
Il 30 Aprile 2002 la bandiera di guerra del 3° Reggimento Granatieri di Sardegna “Guardie” lasciò la caserma “Piave”. Così il Casermone degli orvietani, edificato a spese del Comune nei primi anni ’30, chiuse i battenti.
Pessima notizia sia per la città che per i cittadini.
In verità tale evento era in agenda da anni e in Orvieto tutti ne erano al corrente, specie gli amministratori, ma la sensazione che si percepiva o che si voleva far percepire da parte di coloro che sapevano era quella di un evento improvviso che ti cade fra capo e collo e che ti stende, impietoso, senza troppi riguardi.
Ora tralasciando gli aspetti economici che non siamo abilitati a discutere, rimane il fatto enorme che essendo il Casermone di proprietà comunale, ed essendo il complesso talmente grande che nella sola piazza d’Armi potrebbe essere comodamente ospitato il nostro Duomo, il quesito che si pone e che si porrà per chissà quanti anni è e sarà quello di cosa farci, di come utilizzarlo e soprattutto, nell’immediato, di come mantenerlo e di come proteggerlo sia dall’incuria che dalle intemperie attraverso i tempi che saranno necessari per trasformarlo in qualcos’altro.
Per il momento le uniche misure che il Comune è in grado di adottare sono i dibattiti e le tavole rotonde che saranno inutili certamente ma che consentono di superare le primavere, le estati e di approdare agli autunni.
Ma con l’autunno si sa incomincia a piovere e mentre piove il dibattito prosegue senza sosta. E dato che in Orvieto “più piove e più si dibatte e più si dibatte e più piove”, si è tentati di scrivere qualcosa di leggero sia per rendere più gradevole la congiuntura che per evitare i soliti scongiuri sconci dato che si è sparsa la voce che nel Consiglio Comunale ci sia qualcuno che porti jella.
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Novembre, Orvieto! Piove su ‘’nnicosa,…!
Presempio su la mamma de la sposa,
venuta da ‘r paese senza ombrello,
perché a ‘r paese ‘r tempo è sempre bello,…!
Invece a Orvieto è tutta un’artra cosa
Qui, quanno piove, piove su ‘nnicosa,…!
Piove su chi cammina e chi sta in posa,
piove su la zitella e su la sposa,
pioviccìca su ‘r geranio e su la rosa,
su la mentuccia odorosa, invece piove,…
volenno esse precise,
piove per ogni dove,…!
Diluvia su la cipolla lacrimosa,
che si chiude, piangendo, timorosa.
Spettina l’insalata capricciosa,
rimbalza sull’ortica pizzicosa
che non sopporta l’acqua
fastidiosa,…!
Qui, quanno piove, piove su ‘nnicosa,…!
Presempio su la gatta cipicciosa
Che, mossa dall’odore e dal digiuno,
erra tra la monnezza puzzolosa,
frugandone i cantoni ad uno ad uno,…
poi piove su chi osa e chi non osa,
rimorchiare la dama lussuriosa,
che vaga per la strada luccicosa.
Per veder di rimediare qualche cosa,…!
Ahi! Pioggia tormentosa
che piovi su la “Piave”, senza posa,…!
(strofa da pronunciare in sardo)
“Amatto Casermone abbandonatto,
là dove il topo corre dietro al gatto,
là dove il ratto corre dietro al ratto,
e mangia quello ch’avea mangiato il gatto,
antico Casermone abbandonatto”
La “Piave” levò il suo grido di dolore,
Madonna come piove,…me verrà l’arifreddore,…?!
Poe starnutì e ‘na civetta griggia,
come la mi’ zi’ Giggia,
fece ‘no zompo e svolazzò de fore,…!
Operte le finestre de ‘r terrazzo,
‘r Commune, che ‘n voleva sape’ ‘n ca,…
fu commosso da ‘sto grido de dolore.
Entrò un bidello e con un bell’inchino
Porse un dispaccio al Primo Cittadino,…!
‘R Sindaco, meditando, fece: -E’ grave
che nun se semo accorte
che su la “Piave” piove,
da iersera a le nove,…!
E si ‘r tetto se sfonna,…?!-
E fu a ‘sto punto che ratto come un ratto,
emerse il vice-Sindaco di scatto,
e fece: -La quale si ‘r tetto se sfonna,
ce vòle ‘na bella tavola rotonna,…!
-Ma robusta, co’ le siede e apparecchiata,…!-
Precisò, precisando, il Presidente,
-Che a discute a diggiuno so’ tormente,
e noe faremo tamanta discusione,
su ‘r come, ‘r quanno, su ‘r perché e su ‘r dove,
pe’ stabbili’ si su la Piave piove,…!-
E ‘r vice-Sindaco vedenno ‘r monno tento,
vorse, porino, fa’ ‘n’artro intervento:
-La quale, longo sarà il dibbattimento,
ne la misura in cue noiartre semo,
gente de penna e gente de tormento,…!
E io direbbe de fa’ un emendamento,
perché ‘r pobblema va preso de petto,
perché si è vero che su la “Piave” piove,
io avanzo la proposta
de mette ‘n po’ d’ombrelle su per ‘r tetto,…!
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