di Filippo Belisario
Tra le tante emergenze grandi e piccole connesse all’alluvione dello scorso novembre, questa forse è meno prioritaria, ma non per questo può essere ignorata.
Il sito archeologico di Pagliano, con tanta fatica e risorse, negli utlimi 15 anni era stato reso libero dalla vegetazione ed fatto oggetto di nuovi scavi che avevano portato alla luce altre strutture murarie da cui si poteva avere un’idea più completa delle dimensioni e dell’importanza dell’insediamento.
Il sito, peraltro, era anche aperto ad una fruizione discreta e “libera”, con un piccolo percorso di visita, qualche tabella, staccionate, la ripulitura stagionale da erbe e rovi, ecc.
La situazione attuale è la seguente, così come in parte si vede dalle foto. La baracca di cantiere in prossimità degli scavi è stata scagliata dalla forza delle acque a tappare, con i suoi elementi sfasciati, la strada di accesso. L’area è stata ricoperta da uno spessore variabile di sedimenti sabbioso limosi che ne cancellano in parte il rilievo. La vegetazione, non più sotto controllo, complice anche una stagione particolarmente piovosa, sta reinvadendo tutto.
Non so chi può avere il potere, la voglia e/o le risorse per fare qualcosa. Ritengo però sia giusto segnalare questa situazione di degrado e rischio per un altro piccolo tassello del patrimonio culturale del nostro territorio.