L’on. Laura Boldrini, eletta in quota Sel e fresca neopresidente della Camera, sa quanto è importante la comunicazione essendo stata portavoce dell’ONU per i rifugiati. Forse per questo si è circondata di portavoce, ben 4 e di peso: Valentina Loiero, figlia dell’ex dc e poi Pd Agazio Loiero; Roberto Natale, già presidente della Federazione nazionale della stampa, candidato non eletto di Sel al Senato nel collegio di Orvieto; Giulia Laganà, figlia dell’ex parlamentare Pd Tana de Zulueta; Giovanna Pirrotta, che si occuperà dell’immagine sui social network; Carlo Leone, già vicepresidente della Camera in quota Pd, non rieletto. A capo della segreteria tecnica ha messo Marco Cerase, genero di Alberto Asor Rosa, il noto intellettuale marxista. Non ci sono dubbi, una svolta radicale rispetto a prima: ora sì che c’è solo competenza, risparmio e trasparenza!
Il dott. Antonio Ingroia, noto p.m. e trombatissimo candidato premier di Rivoluzione Civile, non voleva andare a fare il magistrato ad Aosta dove lo aveva mandato il CSM; forse lassù si sarebbe sentito troppo lontano dalla sua terra e però non andando rischiava di restare senza lavoro e anche senza stipendio. Per fortuna di questa incresciosa situazione si è accorto il governatore Rosario Crocetta, che lo ha tempestivamente interpellato per nominarlo presidente di Riscossione Sicilia, l’ente che si occupa della riscossione delle imposte. Il generoso Ingroia, pur di non allontanarsi troppo dalla sua amata terra, avrebbe accettato volentieri questo sacrificio anche a rischio di diventare una specie di sceriffo fiscale. Qualcuno effettivamente si è subito allarmato: tu vedrai che fa questo, come minimo ci manderà le cartelle con le manette! Naturalmente erano le solite esagerazioni popolari. Comunque il CSM ha tolto alla radice ogni causa di apprensione: non ha accolto la sua domanda di aspettativa ed ha spedito Ingroia ad Aosta. Tutto è bene quel che finisce bene, ma Crocetta e Ingroia hanno rischiato di apparire come quelli che fanno i rinnovatori a giorni alterni. Tant’è che qualcuno sul web aveva già cambiato “Rivoluzione Civile” in “Riscossione Civile”. Che gente (quella sul web), ragazzi!
I Rinnovatori di Grillonia hanno superato tutti. Ecco infatti le ultimissime. 1. Hanno ripetuto ai quattro venti che senza streaming non c’è vera democrazia, ma alla prova dei fatti streaming c’è solo quando si vuole umiliare un Bersani disposto a farsi umiliare, non quando si deve ascoltare il messaggio del capo; in questo caso è meglio chiudersi in un agriturismo, anche perché, cavolo, non si può mica far vedere e ascoltare in video proprio tutto! 2. Per essere differenti dagli altri bisognava affermare solennemente di ridursi la paga, non più di duemilacinquecento euro al mese; ma valeva solo all’inizio giusto per dare l’impressione della novità, non più ora perché le spese sono tante; e così il capo, che è buono e comprensivo, ha autorizzato fino a seimila euro; e non è ancora finita, perché il capogruppo Vito Crimi ha detto che per valutare bene quello che serve bisogna aspettare la prima busta paga e c’è da scommettere che le esigenze saranno tante di più. 3. Avevano detto niente auto blu, solo mezzi pubblici o al massimo biciclette; ma il vicepresidente pentastellato dell’Assemblea regionale siciliana è andato dal console in auto blu e Grillo in persona ha sentito il dovere di precisare che mica si può andare dal console prendendo tre diversi treni. Non c’è dubbio, in quanto a coerenza e rinnovamento qui non si trema.
Cittadinocchiattento