di Piero Piscini e Mario Tiberi
Sentire, in questi giorni, parlare Papa Francesco è come riudire la voce di Padre Giovanni Scanavino il quale, instancabilmente, non perdeva mai occasione per rammentare chela Chiesadeve essere povera e sempre vicina ai poveri, che la politica è solo e solamente servizio da rendere alla comunità dei cittadini, che il miglior modo per amare l’altro è dimostrargli sempre la propria dolcezza e la propria tenerezza.
Non si può dimenticare quel pomeriggio di Gennaio 2011 quando, in occasione di una Sua memorabile omelia, disse con la schiettezza che lo contraddistingueva: “Cari fratelli e sorelle, sappiate chela Chiesadovrebbe essere come una meretrice: si deve donare a tutti”.
Quanto sopra riportato farà senz’altro drizzare i capelli e inorridire gli orecchi ai perbenisti bigotti, siano essi cittadini e/o sacerdoti, che grideranno allo scandalo e alla bestemmia.
Durantela Suamissione Pastorale, Padre Giovanni ha predicato la povertà in spirito e in materia e l’hanno scambiata per superba ostentazione, ha predicato l’obbedienza e l’hanno scambiata per interessata accondiscendenza, ha predicato l’amore caritatevole e l’hanno scambiato per perversa lussuria, ha aiutato economicamente i poveri e l’hanno scambiato per dissipatore del patrimonio della Diocesi, si è dato la regola di essere vero Pastore con l’odore delle Sue pecorelle e l’hanno scambiata per norma costrittiva e opprimente: che Dio li perdoni!.
Ovunque si trovi Padre Giovanni e ovunque si troverà,la Fedenell’unico nostro Dio ci terrà insieme e vicini nella preghiera, nel raccoglimento spirituale, nella pratica delle Opere di Misericordia.
Padre Giovanni, con filiale devozione, Ti abbracciamo affettuosamente.