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Home Secondarie

Gnagnarini “In nome di Dio, andate a casa!”

Redazione by Redazione
27 Aprile 2013
in Secondarie, Archivio notizie
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di Massimo Gnagnarini – Unire I Puntini-Orvieto.
Il punto non è se, ma quando accadrà. Di sicuro i conti del Comune di Orvieto esploderanno di nuovo in occasione della formazione del bilancio di previsione 2013 prevista, salvo ulteriori proroghe, entro il 30 giugno prossimo o , in ogni caso, in concomitanza al cambio d’amministrazione nella prossima primavera del 2014.

Dipende dal grado di protervia con la quale si continuano a camuffare gli equilibri contabili al solo scopo di tirare a campare. L’ennesimo monito della Corte dei Conti al Comune di Orvieto inviato lo scorso 28 febbraio relativo all’esame del conto consuntivo del 2012 parla chiaro, basta con i trucchetti, basta sciocchezze, sembrano suggerire i giudici : Il punto non è superare gli esami formali il punto è la sostanza del risanamento che non c’è stato e che nemmeno si intravede.

E infatti era di 7,6 Mln il buco di bilancio ereditato da Concina nel 2009 ed è di 7,6 Mln il buco di bilancio certificato al 31/12/2012 con l’aggravante , però, che nel frattempo :

  1. si è venduta la farmacia e altri beni minori per oltre 3 Mln,
  2. non si sono accantonati oltre 1Mln di oneri swap BNL tutt’ora sotto giudizio ,
  3. si sono alzate al massimo consentito tutte le aliquote delle tasse ai cittadini residenti,
  4. si è fatto ampio ricorso a entrate straordinarie, come il recupero dell’evasione dell’ICI e della Tarsu, per coprire la spesa corrente,
  5. sono state tagliate le “merendine” ai bambini degli asili e aumentate le rette,
  6. è aumentata, a differenza di quel che dicono, la somma delle entrate per il Comune derivanti dai trasferimenti dello Stato e dalle nuove  aliquote (IMU).

C’è stata , dunque, la certificazione dell’incapacità dimostrata da questa amministrazione di introdurre una nuova politica delle entrate capace di risanare finanziariamente il Comune al di là dei confusi e inefficaci tentativi di ridurne le spese.

 I motivi del fallimento.

 Chi ancora si chiedesse quali diverse politiche delle entrate sia possibile introdurre segnaliamo quelle su cui stiamo insistendo da anni, ormai, ovvero la gestione diretta dei beni culturali, la gestione diretta della mobilità e parcheggi, funicolare, la riforma e il rimansionamento dell’organico comunale in funzione dell’accoglienza dei turisti come strategia dello sviluppo. (segui il link http://www.unireipuntini-orvieto.it/ )
Concina e i suoi boys non si sono mai voluti focalizzare su questi temi che rappresentano l’unica strada possibile e seria per alimentare e stabilizzare i conti forse perchè sono stati e continuano ad essere influenzati dalle piccole lobbies che detengono le concessioni sui beni culturali, oppure da quelle che gestiscono i gioielli delle infrastrutture della mobilità orvietana (funicolare), ancora in mano alla fallita Umbria Mobilità, costoro si prendono tutti i soldi lasciando vuote le casse comunali e lasciando marcire l’intera filiera a cominciare dalle scale mobili.

 Le conseguenze del fallimento.

Conosciamo tutti la storia politica dell’anatra zoppa trasformatasi poi in anatra ingessata, ma sono meno coloro che hanno la consapevolezza delle uova avvelenate che essa ci lascierà in eredità:

Una nuova Bolla di Bilancio peggiore e di più vaste proporzioni rispetto a quelle che già esplosero nel 2009 in concomitanza del cambio di colore dell’amministrazione e dell’altra del 2006 quando l’ex Sindaco Mocio volle fare le pulci ai conti lasciati dal suo predecessore Cimicchi. ( scarica il dossier – La Bolla del Bilancio-  da www.unireipuntini-orvieto.it ).

Per avere un’idea di quanto la situazione deficitaria del Comune di Orvieto si sia oggi drammaticamente aggravata basta riscontrarla con i nuovi 10 criteri valutativi stabiliti dal Ministero dell’Interno con il decreto del 18/2/2013 , applicabili già al consuntivo 2102 essi rappresentano una sorta di pagella da cui derivano conseguenze ( lo stato di pre-dissesto e di dissesto) degli enti i cui bilanci non soddisfino almeno la metà dei criteri indicati.

Ne deriva che il voto ( Rating) attribuibile a Orvieto , è zero! Proprio così, il bilancio del Comune di Orvieto non soddisfa neanche uno dei parametri richiesti. Quelli che apparentemente vengono osservati, infatti, sono frutto di manipolazioni come ad esempio il vincolo da rispettare nel rapporto tra gli interessi e oneri pagati per indebitarsi e le entrate correnti del Comune. Nel Consuntivo 2012 tale rapporto è indicato nella misura del 6,18% inferiore, apparentemente, al massimo consentito del 8%. In realtà in questo conteggio vengono lasciati fuori 600.000 euro pagati a RBS e altri 485.000 del contenzioso con BNL, entrambi relativi agli oneri dei famigerati Swap e contabilizzati in altri capitoli di spesa, in modo tale che essi non concorrano al suddetto vincolo di equilibrio del bilancio che ne sarebbe risultato ampiamente sforato.

 Dal 2013 in poi stop ai trucchi.

Quest’anno le norme contenute nella nuova Legge di Stabilità rendono impossibile, a meno di pietose modifiche della stessa , la possibilità di truccare gli equilibri contabili sia perché le alienazioni del patrimonio non possono più essere neanche in parte postate a copertura della spesa corrente, sia per l’analoga disposizione riguardante i proventi degli oneri urbanistici e di quelli contravvenzionali.

Ma il vero pericolo restano anche le altre bombe finanziarie a orologeria pronte a esplodere come l’esito finale della vertenza giudiziaria sugli Swap, quella della montagna dei Residui attivi inopinatamente considerati ancora esigibili e la non meglio quantificabile lista dei cosiddetti debiti fuori bilancio.

Entro il 30 aprile, tra qualche giorno, l’amministrazione dovrebbe compilare la lista delle fatture dei suoi fornitori il cui pagamento è stato sbloccato dal recente decreto del Governo. Il Comune non ha disponibilità di cassa per far fronte , ma potrebbe accedere agli appositi finanziamenti predisposti dallo Stato. Non lo farà sia perché non è in grado di sostenerne i pur ridotti oneri (interessi) sia perché dovrebbe stilare una lista dettagliata dove, forse, i debiti accertati si sommerebbero a quelli ancora da accertare con la conseguente emersione dell’entità di quelli cosiddetti fuori bilancio.

Questo modo di agire ha portato la finanza comunale sulla soglia del baratro dei 100 milioni  di euro di debito complessivo che è la somma dei prestiti, del disavanzo corrente, dei residui inesigibili e dei debiti cosiddetti fuori bilancio, a cui bisogna aggiungere il valore dell’impoverimento patrimoniale del Comune a seguito delle alienazioni dei beni ceduti in questi ultimi anni. Ma il vero scandalo non sono le cifre in se stesse, quanto il fatto che esse rispecchiano una città allo stremo e un con un costante trend al degrado.

Le prospettive.

Le soluzioni efficaci e possibili per rimediare a questo disastro potranno esser prese, ormai, solo da chi verrà dopo adottando le decisioni e i cambiamenti delineati per la messa a reddito della città. Quelli di adesso dovrebbero avere l’umiltà e la coscienza di dire la verità sulla situazione che hanno determinato senza riuscire a correggere gli errori del passato e, in questo modo, favorire fin d’ora altre strade senza esporsi ad altre inadempienze e ridicolaggini come quella della” riservatezza” e del “lavoro discreto svolto ventre a terra” che compongono il mantra comunicativo di Toni Concina, utile nel mondo degli affari, ma assai deleterio e indesiderato nella res pubblica.

Oltretutto questo modo di impostare la comunicazione mal si concilia con le leggi in vigore, comprese le norme della 190/2012 (anti-corruzione) che stabiliscono l’obbligo per il Comune di pubblicare sul proprio sito un link denominato “Amministrazione trasparente” dove informare in tempo reale non soltanto delle delibere di Giunta e di Consiglio , ma tutte le Determine dei Dirigenti e tutte le altre informazioni o atti inerenti i processi formativi delle decisioni ancora da prendere e le istruttorie sulle decisioni e gli affari del Comune.  Altro che riservatezza, la legge impone il contrario.

Il compito rimane per noi quello di unire i puntini delle eccellenze e delle buone idee che circolano in città per ridare ad essa una Amministrazione che non sia nè zoppa, né ingessata e senza confondere questa ineludibile esigenza con la stima e il rispetto personale che restano immutati verso le donne e gli uomini che si sono inutilmente e comunque inefficacemente prodigati finora.

 

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