Massimo Gnagnarini si è inserito tra i commentatori politici locali con interventi nel web costanti, appassionati e intelligenti. Si è conquistato un ruolo di commentatore anticoncina riconosciuto dallo stesso Còncina e ora, con il sito unireipuntini-orvieto, sta tentando di mettere insieme diverse sensibilità che ritengono di dover offrire un contributo in occasione delle prossime elezioni comunali. Insomma, sta tentando di costruire una linea congiungendo puntini. Speriamo che sia una linea diritta.
Abbiamo cercato di capire meglio.
Come stanno i conti del Comune di Orvieto?
Di sicuro, il punto non è se, ma quando i conti del Comune esploderanno di nuovo, verosimilmente in occasione del prossimo cambio d’amministrazione, con un botto che farà più rumore di quelli già uditi nel 2009 quando Concina rilevò Mocio e nel 2006 quando questi aveva a sua volta rilevato Cimicchi.
C’è stata e c’è una sconsolante continuità nell’incipriare gli equilibri di bilancio e nel nascondere la realtà, mentre non v’è traccia di provvedimenti di risanamento strutturale del bilancio che, ormai tutti dovrebbero saperlo, devono guardare alle opportunità di incremento delle cosiddette entrate proprie del Comune. ( Si vedano i contenuti del link www.unireipuntini-orvieto.it per una nuova politica delle entrate).
Questo modo di agire ha portato la finanza comunale sulla soglia del baratro dei 100 milioni di euro di debito complessivo che è la somma dei prestiti, del disavanzo corrente, dei residui inesigibili e dei debiti cosiddetti fuori bilancio, a cui bisogna aggiungere il valore dell’impoverimento patrimoniale del Comune a seguito delle alienazioni dei beni ceduti in questi ultimi anni.
Ma il vero scandalo non sono le cifre in se stesse, quanto il fatto che esse rispecchiano una città allo stremo e un con un costante trend al degrado.
Di chi sono le maggiori responsabilità di questa situazione ?
L’amministrazione Concina e le ultime che l’hanno preceduta portano certamente tutto il peso di un clamoroso fallimento politico, ma indubbiamente esiste anche una responsabilità più collettiva, a cominciare dalla superficialità con la quale gli orvietani selezionano la propria classe politica con l’acquiescenza alle lobbies cittadine cosiddette forti che vedono accresciuta enormemente influenza e capacità di condizionamento. Emblematico è il caso della Fondazione che, ormai, è divenuta una sorta di garante per i salvataggi d’ultima istanza in una Orvieto mortificata e priva di un progetto futuro.
Lunedì in Consiglio comunale era stato inserito un punto riguardante il Contratto di fornitura dei sommergibili alla Marina Militare. Ebbene, senza alcuna ironia, sembra impossibile che dopo essersi cimentati su un tema così impegnativo, gli stessi consiglieri non riescano a trovare le soluzioni per migliorare l’accoglienza e lo sviluppo dei flussi turistici nella nostra città, la gestione dei parcheggi piuttosto che la filiera della mobilità e della pedonalizzazione del centro storico o quella dei beni culturali, così da poter finanziare i costi dei servizi ai cittadini, abbassare le tasse ai residenti e risanare il bilancio.
“Non ci sono i soldi” è il triste mantra del sindaco, che ci viene ripetuto senza distinzione o analisi al cospetto delle proposte e delle idee che pure circolano. Se almeno le avesse guardate, comprese quelle che la nostra associazione gli ha fatto di recente pervenire, si sarebbe accorto, Toni Concina, che buona parte di esse non comporta alcuna spesa, ma solo decisioni.
Ma Concina, non prendendo alcuna decisione, non fa altro che interpretare un aspetto, non il migliore dell’indole collettiva orvietana, molto meno diffuso a livello di individui, che per l’appunto è il non decidere.
Infatti, se c’è un fattore sociale, prima che politico, che gioca a sfavore degli orvietani è quella sorta di automatismo reattivo verso chiunque si alzi per indicarci la luna: molto frequentemente ci limitiamo a osservarne incuriositi il dito per capire se sia commestibile. Non è sempre stato così e speriamo che non continui così.
Come si “incipria” un Bilancio? può farci un esempio concreto che riguardi Orvieto?
Per esempio c’è il vincolo da rispettare nel rapporto tra gli interessi e oneri pagati per indebitarsi e le entrate correnti del Comune. Sul Consuntivo 2012, da approvare entro il prossimo 30 aprile, tale rapporto è indicato nella misura del 6,18% inferiore, apparentemente, al massimo consentito del 8%.
In realtà in questo conteggio vengono lasciati fuori 600.000 euro pagati a RBS e altri 485.000 del contenzioso con BNL, entrambi relativi agli oneri dei famigerati Swap e contabilizzati in altri capitoli di spesa, in modo tale che essi non concorrano al suddetto vincolo di equilibrio del bilancio che ne sarebbe risultato ampiamente sforato.
Contro questo tipo di azioni contabili si è di nuovo scagliata, certificandole, la Corte dei Conti lo scorso 28 febbraio nella sua reprimenda indirizzata al Consiglio comunale di Orvieto. Basta con i trucchetti, sembrano dire i giudici contabili. Il punto non è superare gli esami formali, il punto è la sostanza del risanamento che non c’è stato e che neanche si intravvede.
E allora che si fa?
Allora le soluzioni efficaci e possibili per rimediare a questo disastro potranno esser prese, ormai, solo da chi verrà dopo. Quelli di adesso dovrebbero avere l’umiltà e la coscienza di dire la verità sulla situazione che hanno contribuito a determinare senza riuscire a correggere gli errori del passato e, in questo modo, favorire fin d’ora altre strade senza esporsi ad altre inadempienze, come quella della riservatezza e dei silenzi laboriosi.
Oltretutto, questo vecchio e trito modo di impostare la comunicazione nella pubblica amministrazione mal si concilia con le leggi in vigore, comprese le norme della 190/2012 (anti-corruzione) che stabiliscono l’obbligo per il Comune di pubblicare sul proprio sito un link denominato “Amministrazione trasparente”, dove informare in tempo reale non soltanto delle delibere di Giunta e di Consiglio, ma tutte le determine dei Dirigenti e tutte le altre informazioni o atti inerenti i processi formativi delle decisioni ancora da prendere e le istruttorie sulle decisioni e gli affari del Comune. Altro che riservatezza, la legge impone il contrario.
Per quanto mi riguarda più che la semplice speranza rimane forte l’impegno di unire i puntini delle eccellenze e delle buone idee che circolano in città per ridare ad essa, già dalla prossima primavera del 2014, una classe dirigente che non sia né zoppa, né ingessata, senza confondere questa esigenza di cambiamento con la stima e il rispetto personale immutati verso le donne e gli uomini che si sono finora prodigati seppur con inefficacia.