Domenica scorsa si sono conclusi i lavori del convegno “I soggiorni di Freud ad Orvieto: autoanalisi verso la Psicoanalisi” promosso dalla Sezione Orvieto F.I.D.A.P.A. B.P.W. Italy (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) e curato dalla dott.ssa Anna Maria Meoni.
“… E ciò mi diede occasione di raccomandare vivamente al mio compagno di recarsi una volta o l’altra a Orvieto per contemplare gli affreschi del ciclo della fine del mondo e del giudizio universale, coi quali un grande pittore aveva decorato una cappella del Duomo…” (Sigmund Freud, “Meccanismo psichico della dimenticanza”, 1898)
Grande successo di pubblico, a Orvieto, per i quattro giorni di relazioni, studi, approfondimenti e spettacoli dedicati allo stretto rapporto che Sigmund Freud ebbe con la città umbra. Famosi psichiatri e psicologi, insieme a archeologi, storici dell’arte e ad alcuni giornalisti e operatori nel mondo della comunicazione si sono incontrati per illustrare un legame finora poco esplorato e su cui molta luce è stata gettata, grazie all’osservazione degli affreschi di Luca Signorelli, nella Cappella di San Brizio del Duomo, e all’analisi della corposa opera freudiana.
“Il convegno – ha spiegato la dott.ssa Anna Maria Meoni, primario psichiatra e presidente della sezione di Orvieto della F.I.D.A.P.A. – è stato articolato in moduli scientifici e didattici che hanno analizzato quale influenza abbia avuto in Freud la visione, nel 1897, degli affreschi di Luca Signorelli nella elaborazione della Psicanalisi, così come si strutturò, dopo il soggiorno di Freud ad Orvieto e così come compare nella prima pubblicazione della “Psicopatologia della vita quotidiana” (1898) e de “L’interpretazione dei sogni” (1899). Abbiamo puntato – e abbiamo fatto bene – sull’interdisciplinarità. I risultati si sono visti e si sono sentiti”.
In una sessione dei lavori è emersa un’inequivocabile e fondamentale analogia tra il lavoro dell’archeologo e quello dello psicanalista. Una affinità che diventa fondamentale per comprendere l’approccio di Freud alle bellezze antiche, ma anche per tener conto del suo bagaglio di conoscenze e di sapere, e persino il suo metodo.
“Abbiamo raccolto testimonianze che era doveroso conservare – continua la dott.ssa Meoni – come quella del dott. Reno Rotili, che ebbe l’occasione, alla fine degli anni Settanta, di venire a conoscenza dell’esistenza di un carteggio di Freud, oggi perduto, in cui il padre della Psicanalisi avrebbe sottolineato il ruolo centrale del soggiorno orvietano per lo sviluppo del suo pensiero psicanalitico”.
Grazie al prof. Della Fina, direttore del Museo archeologico di Orvieto, è stato rintracciato, ricostruito e illustrato un percorso ideale intorno alle opere che furono contemplate da Freud nella città umbra, focalizzando l’attenzione sulla sua passione per l’etruscologia e il mondo antico.
“Il dott. Andrea Baldassarro – sottolinea la dott.ssa Meoni – ci ha guidato nella lettura di Freud, introducendoci al contesto delle sue pubblicazioni e alle conseguenze che determinarono e tuttora determinano. Abbiamo ascoltato parti salienti dei suoi scritti grazie a un coinvolgente recital di Pino Strabioli e del Maestro Riccardo Cambri. La giornalista ed esperta di antichità classiche, Annalisa Venditti, ha collegato l’espressione freudiana “un punch al Lete” – utilizzata per esprimere l’effetto inebriante per Freud della permanenza in Italia – al culto oracolare del greco Trofonio, nella città di Lebadeia, un legame che finora non era stato mai ravvisato ed esplorato e su cui altro sicuramente emergerà”.
Il convegno si è incentrato anche sui sogni, aprendo alle nuove prospettive della Psicoanalisi, con attività pratiche di psicodramma analitico guidata dal Prof. Maurizio Gasseau, coadiuvato dalla Dr.ssa Marina Brinchi e dalla Dr.ssa Rita Bellanca. Al prof. Rocco Pisani, psichiatra, il merito di aver introdotto nei lavori congressuali la sua formula di gruppo analisi per la condivisione dei risultati e delle riflessioni emerse. Un confronto d’opinione, condotto dallo specialista, a cui hanno partecipato non solo gli specialisti, ma anche gli studenti delle scuole intervenute.
“E’ per questo che possiamo affermare – conclude Anna Maria Meoni – che il convegno ha permesso anche di apprezzare la ricaduta sociale della Psicoanalisi nelle pratiche terapeutiche in Psichiatria e in Psicologia, come ha illustrato il Dr. Giuseppe Cantarini. E’ solo un primo passo, un primo grande incontro che ci auguriamo lavori al pari di un enzime, promuovendo la ricerca sul tema”.
La F.I.D.A.P.A. B.P.W. Italy è un movimento di opinione indipendente che promuove, senza distinzione di etnia, lingua e religione, le donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari. Molte sono state le intelligenze e le sensibilità femminili che si intrecciano nel tempo e nelle radici di questo convegno: da Madonna Giovanna Monaldeschi della Cervara (1500), che assicurò il compenso a Signorelli per affrescare la cappella di San Brizio, fino alla Principessa Marie Bonaparte (1900), che assicurò la conservazione dei più importanti carteggi di Freud.