di Pier Luigi Leoni
Caro Direttore,
avevo trent’anni e non militavo in alcun partito. Non avevo bisogno di trovare un posto di lavoro perché me l’ero procurato da un pezzo vincendo un concorso nazionale. La mia giovane famiglia aveva salute, pane, companatico, un tetto, un’automobile e la possibilità di un mese di vacanze all’anno. Amavo il mio lavoro. Ero felice per quanto si può essere felici in questo mondo. Tu mi convincesti che avevo il dovere di fare di più per la comunità cittadina, per la nazione e per l’umanità. La politica aveva bisogno di tutti e quindi anche di me. Ti detti retta e non mi sono mai pentito. Ma, dopo quarant’anni di militanza politica e quasi vent’anni ininterrottamente nei consigli comunali, non riesco a capire il gusto che ci si provi, se non la convinzione di adempiere un dovere accettando i relativi sacrifici. Non posso rendermi obiettivamente conto di quante stupidaggini ho detto, ma ne ho sentite tante; non so quanti danni ho fatto, ma ne ho visti fare tanti. Non sono né pentito né depresso, ma nemmeno entusiasta. Forse perché non ho mai cercato e ottenuto popolarità. Però constato l’entusiasmo di vecchi e nuovi soggetti e il fervore con cui si cerca di riformare e formare i partiti. Nella nostra città il fervore riguarda non solo i partiti di tipo tradizionale, che s’organizzano, almeno mentalmente, per le prossime elezioni, ma anche il nuovo movimento che ha fatto il boom alle politiche nonché i promotori di liste civiche (la tentazione delle liste civiche è presente in ogni consiliatura e si acuisce a mano a mano che si avvicinano le elezioni). Tutti hanno il diritto e, se ne hanno il tempo e la capacità, il dovere di impegnarsi. Li ammiro tutti sinceramente, soprattutto per il coraggio. Infatti non possono non sapere di quali mali soffre la nostra città e di quali intelligenze, forze e risorse sono necessarie per ridarle speranza. Né possono ignorare che esiste un ginepraio di leggi nazionali e regionali che complicano tutto e che esiste una magistratura lenta ma che, quando si mette in moto, fa molto male. Sanno tutto questo e, ciò nonostante, non gli passa la voglia di far politica. Auguri!