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Home Politica

Tre giorni di ordinaria civiltà

Redazione by Redazione
10 Marzo 2013
in Politica, Secondarie, Archivio notizie
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Riceviamo e pubblichiamo.

La qualità di una democrazia si percepisce anche dalle modalità con cui si svolgono le operazioni di voto. A monte sta la legge elettorale, che è la legge più importante di una democrazia. La nostra è stata definita dai suoi stessi promotori una “porcata”, poi più raffinatamente ribattezzata dalla vulgata giornalistica “Porcellum”, il che la dice lunga sulle intenzioni di coloro che l’anno promulgata, che ad altro non rispondono se non alla millenaria logica del “divide et impera”. Infatti in base agli arzigogolati meccanismi di assegnazione dei seggi in Parlamento, viene fortemente distorta la volontà del Popolo italiano e assicurata la confusione nelle due Camere, che permette di perseverare nelle politica degli inciuci e degli accordini. Non bastasse questo, si auspicherebbe che al momento di organizzare le votazioni rientri in campo un pò di buon senso. Niet. Noi del Movimento 5 stelle di Orvieto e dei comuni limitrofi siamo stati in trincea 3 giorni, dal Sabato pomeriggio alle 16 quando sono arrivate le schede sino al Lunedì al momento dello spoglio. Abbiamo presidiato con i nostri rappresentanti di lista 43 sezioni per vigilare sul corretto svolgimento delle operazioni e la prima cosa che ci è saltata all’occhio è che eravamo soli. Nessun rappresentante di lista di altre formazioni politiche si è palesato nei due giorni delle votazioni, salvo apparire in alcuni sporadici seggi al momento dello scrutinio. Ad essere maliziosi si potrebbe pensare che i rappresentanti delle altre liste siano direttamente gli scrutatori, ma noi non siamo maliziosi. Eppure a ben vedere, ci si potrebbe interrogare su come vengono scelte le persone che svolgono l’importantissimo ruolo di dirigere le operazioni di voto. La nomina del presidente di seggio è in capo al presidente della corte d’appello competente tra le persone che hanno fatto richiesta di iscrizione all’albo, ma la scelta è completamente discrezionale. Se non altro si dirà, la nomina è fatta da un organo di un potere indipendente terzo ed imparziale. Purtroppo  non possiamo dire lo stesso per gli scrutatori. In passato la nomina avveniva tramite sorteggio casuale (legge 95/1989), mentre attualmente la chiamata è diretta e nominativa (ovvero non casuale, legge 270/2005) fatta da parte della commissione elettorale comunale che è un organo a composizione squisitamente politica. Completa il quadro il segretario/a, scelto dal Presidente del seggio. Abbiamo ravvisato che della funzione di scrutinio  se n’è fatto un mestiere, e questo è innegabile. Baci e abbracci fra tutti come in un’allegra comitiva, rammentando quella volta in cui si stava al seggio di Morrano o di Sferracavallo, non ricordandosi se era la quarta o quinta volta che si ricopriva tale ruolo. La paga era di 187 euro per il Presidente e 145 per gli scrutatori. Dal Movimento 5 Stelle era stata avanzata la proposta di nominare per tali ruoli persone disoccupate iscritte alle liste di collocamento, ma la ragionevolezza non è di questo mondo, molto meglio che lo faccia qualche amico per arrotondare!! Ed allora da noi sicuramente verrà una proposta di legge per modificare lo stato delle cose, che faccia svolgere queste mansioni a chi ne abbia più necessità e ponga un tetto massimo al numero di incarichi.

Ma le votazioni non sono nemmeno cominciate! Ed allora Sabato comincia questo viaggio, arrivano gli scatoloni con le schede! Scopriamo subito che il numero scritto sulla scatola, quasi mai corrisponde al numero di quelle che stanno effettivamente dentro. 900! E ne mancano 3….850! e ne mancano 6…Vabbè…fa niente, si comincia a contare e si timbrano tutte e solo le schede corrispondenti al numero di elettori di quella sezione. Dopodiché nastro adesivo a chilometri su timbri schede porte e finestre. A ben vedere di adesivo quei nastri avevano ben poco, e un osservatore appena appena curioso avrebbe scoperto che si poteva attaccare e ristaccare a piacimento senza lasciare traccia del passaggio. Visti i tanti tempi morti nell’arco dei tre giorni qualcuno di noi si è divertito a sfogliare il libretto del Ministero dell’interno sulle operazioni di voto. Una specie di piccolo Corpus iuris. Ebbene addentrandoci nella lettura scopriamo al paragrafo 26 quanto segue: “La sala (delle votazioni n.d.r.) deve avere una sola porta di ingresso, salvo il caso in cui sia stato possibile assicurare un accesso separato per le donne” (art.42 del t.u. 361/1957). Non solo frasi del genere, di palese incostituzionalità quanto meno per contrasto con l’art.3 Cost. sono leggi della Repubblica, ma vengono pure ricompilate nel suddetto corpus! Vogliamo sperare in una svista, ma allora si intende che ormai il corpo legislativo italiano è affetto da una elefantiasi ingovernabile. La semplicità è armonia ed eleganza e deve essere la nostra stella polare. Infine una denuncia, chi scrive svolgeva il ruolo di rappresentante di lista nella scuola elementare di via delle Ortensie, nell’arco dei tre giorni più volte è sopraggiunta la sete, l’acqua del rubinetto di quella scuola è imbevibile e dal sapore fortissimamente metallico, vista anche la quantità di ruggine che ricopre i rubinetti da dove sgorga l’acqua. Che diritto alla salute stiamo assicurando ai nostri giovani e giovanissimi ?

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