ORVIETO – La tassa di soggiorno non partirà neanche a giugno e sulla Tares è in corso una trattativa tra Comune di Orvieto e operatori. Con la crisi economica che grava pesantemente anche sul turismo (le prenotazioni di Pasqua a rilento confermano il trend), gli albergatori si difendono come possono da altri due nemici in agguato che, in questo momento, rischierebbero di dare loro il colpo di grazia. Il primo pericolo si chiama tassa di soggiorno. Approvata quasi un anno fa con relativo regolamento, non è mai effettivamente entrata in vigore su pressione delle associazioni degli albergatori. Si contano già due o tre rinvii (con relative modifiche al regolamento), l’ultimo a causa della calamità dell’alluvione che si è abbattuta su Orvieto scalo il 12 novembre. Ora però pare che neanche a giugno entrerà in vigore l’imposta. Anche perché starebbe prendendo quota la riflessione attorno alla tassa di scopo che gli albergatori guarderebbero con maggiore favore, non fosse altro perché in questo modo non sarebbero solo loro a “pagarla”. Ovvero, piuttosto che chiedere il contributo solo ai turisti che pernottano (da 0,25 a un massimo di 2 euro in funzione delle stelle e della dislocazione della struttura), si starebbe pensando di far pagare meno, ma tutti. Come? Tramite una tassa di qualche centesimo da applicare anche ai monumenti, ai pasti consumati al ristorante e cosi via. E se c’è già chi pensa che si tratti di un ottimo sistema per “ammazzare” anche il turismo mordi e fuggi, c’è chi come molti albergatori e lo stesso assessore al Turismo Marco Marino non vedono affatto di cattivo occhio la cosa.
Ancora in alto mare a quanto pare anche la trattativa sulla Tarsu, futura Tares. Da anni il settore turistico chiede agevolazioni per una tassa ritenuta del tutto iniqua, perché pagata al metro quadro senza considerare poi se questi metri quadri, ovvero le stanze, vengano occupate o meno. Federalberghi vorrebbe una tassa più equa calcolata o in base all’occupazione effettiva delle stanze o meglio ancora in base al peso dei rifiuti prodotti.
Intanto, tra alberghiero e extralberghiero regna una certa preoccupazione per le prenotazioni pasquali. Sono in pochi, pochissimi ad Orvieto e dintorni ad aver riempito le strutture. Secondo Federalberghi complice un mix negativo di fattori – crisi, Pasqua bassa e cattive condizioni meteo -l’occupazione al momento sarebbe ferma in media sotto il 50%. Anche gli agriturismo, tradizionalmente una delle mete più gettonate delle famiglie italiane per le feste pasquali, non hanno molto di che sorridere. Il soggiorno è ridotto all’osso, due giorni contro i sei di permanenza di qualche anno. E, per gioco forza, i prezzi sono sbloccati da anni con l’effetto di ridurre al minimo i margini di utile.
Se la Pasqua dovesse deludere, come è al momento nelle attese, non c’è che da sperare in “Orvieto con gusto” che tornerà nel periodo compreso tra il 20 e il 28 aprile con i tradizionali laboratori, degustazioni e con le immancabili passeggiate con gusto che si svolgeranno a conclusione della rassegna enogastronomica, sabato 27 e domenica 28 aprile. Anche quest’anno il Comune di Orvieto ne ha affidato la gestione e l’organizzazione al consorzio “Way of life”. La comunicazione però è come al solito molto in ritardo anche se il programma dovrebbe essere a breve disponibile sul sito ufficiale della manifestazione www.orvietocongusto.it.
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