Un permesso temporaneo, della durata massima di 36 mesi, potrà essere richiesto dai titolari degli impianti natatori, pubblici e privati, che non riuscissero a terminare i lavori presenti nel Piano di adeguamento si fossero protratti entro il termine stabilito del 9 aprile prossimo. Lo ha stabilito la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle politiche sanitarie Franco Tomassoni, che ha approvato le Linee di indirizzo che regolamentano l’iter procedurale più corretto per formulare ed ottenere il suddetto nulla osta che consentirà al titolare della struttura di continuare l’esercizio dell’attività previa acquisizione di un nulla osta da richiedere al Sindaco in funzione di autorità sanitaria competente. Con l’approssimarsi del termine del periodo concesso per l’adeguamento degli impianti natatori, infatti, sia i soggetti titolari degli impianti natatori (pubblici e privati) che le Associazioni imprenditoriali in rappresentanza delle diverse categorie interessate avevano rivolto alla Regione numerose richieste per fare chiarezza sull’argomento che interessa decine di impianti in Umbria. “Abbiamo ritenuto fondate le preoccupazioni di quanti si trovano nella condizione di dover regolarizzare la situazione del proprio impianto natatorio, ha affermato l’assessore Tomassoni, e con la finalità di rendere esplicito il percorso per il rilascio del nulla osta all’esercizio temporaneo dell’attività natatoria, il Servizio ha provveduto, in accordo con i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Unità Sanitaria Locale a redigere un documento che detta linee ben precise a tutti i soggetti coinvolti (i titolari degli impianti, le Aziende Sanitarie ed i Comuni)”.La Regione Umbriaattraverso due distinti atti, (la legge regionale n. 4 del 2007 ed il regolamento regionale del 2008), nel recepire gli accordi nazionali e interregionali, aveva fornito un quadro di riferimento a tutti i Soggetti, pubblici e privati, che operano nel settore delle piscine dando anche precise disposizioni sia per la costruzione di nuovi impianti natatori che per l’adeguamento strutturale di quelli realizzati in epoca precedente all’emanazione della normativa di settore.
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