ORVIETOSì
lunedì, 22 Dicembre 2025
  • Home
  • Ambiente
  • Cultura
  • Cronaca
  • Saperi&Sapori
  • Economia
  • Eventi
  • Politica
  • Sociale
  • Sponsorizzate
  • Sport
  • Territorio
    • Allerona
    • Baschi
    • Castel Giorgio
    • Castel Viscardo
    • Fabro
    • Ficulle
    • Guardea
    • Montecchio
    • Montegabbione
    • Monteleone d’Orvieto
    • Parrano
    • Porano
    • San Venanzo
  • Oltre l’orvietano
    • Acquapendente
    • Alviano
    • Amelia
    • Bolsena
    • Lugnano
    • Narni
    • Terni
    • Perugia
    • Viterbo
  • Archivio
No Result
View All Result
  • Home
  • Ambiente
  • Cultura
  • Cronaca
  • Saperi&Sapori
  • Economia
  • Eventi
  • Politica
  • Sociale
  • Sponsorizzate
  • Sport
  • Territorio
    • Allerona
    • Baschi
    • Castel Giorgio
    • Castel Viscardo
    • Fabro
    • Ficulle
    • Guardea
    • Montecchio
    • Montegabbione
    • Monteleone d’Orvieto
    • Parrano
    • Porano
    • San Venanzo
  • Oltre l’orvietano
    • Acquapendente
    • Alviano
    • Amelia
    • Bolsena
    • Lugnano
    • Narni
    • Terni
    • Perugia
    • Viterbo
  • Archivio
No Result
View All Result
Orvietosì.it
No Result
View All Result
Home Corsivi

Noi servitori della cultura

Redazione by Redazione
6 Marzo 2013
in Corsivi, Archivio notizie
Share on FacebookShare on Twitter

di Gianluca Foresi

Cultura va cercando chi per lei vita “non” rifiuta.

 Inizio con una parafrasi di alcuni versi del primo canto del Purgatorio di Dante Alighieri “ Libertà va cercando chi per lei vita rifiuta” queste  riflessioni su quello che io intendo per cultura.

 

Non sono così fondamentalista o fanatico da pensare che si debba morire per la cultura, ma sono convinto che si possa e che si debba vivere per e con essa. Certo è che senza libertà è difficile che ci sia o che si possa fare cultura, ma forse è anche difficile che senza cultura si dia la libertà.

 

Dovremmo fare in modo che essa ci nutra come ha fatto il latte materno quando eravamo appena nati. Noi come “poppanti” della cultura, che con avidità andiamo in cerca del seno della madre, che per un infante è la vita. E’ l’istinto alla sopravvivenza che spinge il neonato a puntare dritto alla fonte vitale: e noi, quando si parla di cultura, dovremmo ritornare istintivamente alla grande madre che ci nutre.

 

Forse la metafora potrà sembrare azzardata, ma dobbiamo far passare l’idea che senza cultura non ci sia crescita, non ci sia vita, per un popolo; e forse nemmeno speranza. Dobbiamo iniziare a pensare alla cultura come qualcosa di indispensabile, intrinseco, naturale, che accompagni l’uomo lungo tutto il corso della sua vita e ne completi l’esistenza.

La cultura però non come fiore all’occhiello di pochi, ma come attività che sia resa appetibile ai più: bisogna scalzare l’idea corrente che la cultura sia qualcosa di distante e noioso. Ma chi fa cultura in questo paese vuole veramente coinvolgere più persone possibili? O non teme forse che questa eventualità possa impoverire e svilire il suo prodotto artistico? E’ forse diffusa la convinzione che la condivisione significhi svilimento? Credo che molti purtroppo ritengano vera quest’equazione: maggiore accessibilità, minore valore culturale. Proprio in questo periodo in cui sembra che in Italia l’interesse per la cultura stia toccando il fondo, è propizio il momento di liberare la cultura dal giogo dell’inaccessibilità. Questo non significa che essa debba perdere il suo valore o debba snaturarsi, ma che coloro che ne sono i protagonisti abbandonino i loro piedistalli e diventino messaggeri  di cultura, apostoli dell’arte.

L’arte deve mantenere l’aurea del sacro, ma con una sacralità vicina alla definizione di Felice Cimatti: “l’esperienza del sacro non ha nulla a che vedere con la religione; il sacro è un esperienza, qualcosa che facciamo, che tutti possono fare e alla quale tutti possono accedere.” Bisogna comunque produrre cultura di valore ma, a mio avviso, utilizzando codici e linguaggi più accessibili: lo stesso contenuto servito in un contenitore diverso.

Un modo per rendere questo contenuto più desiderabile e che incuriosisca i più refrattari potrebbe essere quello della contaminazione dei generi. Penso a Petrolini che con il suo Nerone romanesco faceva arrivare l’eco della storia romana attraverso la macchietta. Penso al modo poco accademico, ma efficace e leggero che utilizza Philippe Daverio nel raccontarci la storia dell’arte. Penso a Pier Paolo Pasolini intellettuale raffinato “impastato fra la gente delle borgate.  E’ giunto forse il momento di mandare in pensione i soloni paludati nei loro titoli, che si nascondono dietro fiumi d’inchiostro e parole altisonanti usate solo per il gusto di stupire. L’uomo che vuole fare cultura dovrebbe ritornare allo stupore del fanciullino pascoliano e al desiderio di diffondere e non di trattenere la cultura: solo così potrà tornare a stupire.

Il cosiddetto uomo di cultura invece di attendere arroccato nella sua conoscenza autoreferenziale, che lo fa “essere nel mondo senza sentirsi del mondo”, deve compiere il primo di una lunga serie di passi e andare incontro a coloro che non sono interessati al suo messaggio. La cultura in questo paese è stata quasi sempre privilegio di un oligarchia che ha custodito gelosamente il suo ruolo egemone: pochi i soggetti che si sono alternati nel ruolo di propositori e fruitori. La sfida è semplificare, non tanto i contenuti quanto le forme di comunicazione. Così facendo si dovrà  cercare di coinvolgere tutti quelli che sono stati trascurati e che abbiamo perso durante il cammino. Chi fa cultura non deve pensarsi come appartenente ad una casta, ma deve considerare il proprio lavoro come una missione: il suo è un servizio non solo per la cultura, in cui il pubblico ha il solo fine di fornirgli quel riconoscimento di cui ha narcisisticamente bisogno, ma è anche un servizio per il pubblico. Mi piace pensare alla persona che fa cultura come ad un Jeeves, il protagonista dei romanzi di Wodehouse scrittore umoristico inglese: un maggiordomo intento a servire il proprio signore, senza perdere la propria identità. L’uomo di cultura come un Jeeves al servizio del pubblico.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Correlati

Please login to join discussion

Ultime notizie

PrometeOrvieto: “Qualche flebile luce nel buio della sanità orvietana”

Sanità dell’orvietano: facciamoci gli auguri

22 Dicembre 2025

      Di PrometeOrvieto  Vogliamo fare gli auguri alla popolazione per le festività natalizie. Mai come quest'anno, però, sentiamo...

Una Comunità Energetica solo comunale? Si può fare. È una grande occasione per Orvieto

Chiesa di San Francesco: un risultato ottenuto con impegno, perseveranza e lavoro di squadra

21 Dicembre 2025

        di Proposta Civica per Orvieto Accogliamo con soddisfazione la notizia che anche la Chiesa di San...

In consiglio comiunale nasce il Gruppo “Civitas”

San Francesco, Civitas: “Premiato l’impegno dell’amministrazione. Un successo per tutta la città”

21 Dicembre 2025

  Civitas Orvieto esprime grande soddisfazione per il finanziamento di 2,2 milioni di euro destinato dal Commissario Straordinario alla Ricostruzione,...

Redazione

Orvietosì © 2002
Quotidiano d’informazione e d’opinione
Registrazione tribunale di Orvieto (TR) nr.101 del 13/11/2002 | Nr. ROC 33304

Direttore Responsabile: Sara Simonetti
Editore: Elzevira di Fabio Graziani

Contatti

Per informazioni inviare una mail a redazione@orvietosi.it

Informazioni sul trattamento
dei dati personali: Policy privacy

Seguici su Facebook

Orvietosì Facebook

Archivio storico

© 2020 OrvietoSi - All right reserved

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.

Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o disattivarli in .

No Result
View All Result
  • Home
  • Ambiente
  • Cultura
  • Cronaca
  • Saperi&Sapori
  • Economia
  • Eventi
  • Politica
  • Sociale
  • Sponsorizzate
  • Sport
  • Territorio
    • Allerona
    • Baschi
    • Castel Giorgio
    • Castel Viscardo
    • Fabro
    • Ficulle
    • Guardea
    • Montecchio
    • Montegabbione
    • Monteleone d’Orvieto
    • Parrano
    • Porano
    • San Venanzo
  • Oltre l’orvietano
    • Acquapendente
    • Alviano
    • Amelia
    • Bolsena
    • Lugnano
    • Narni
    • Terni
    • Perugia
    • Viterbo
  • Archivio

© 2020 OrvietoSi - All right reserved

%d
    Orvietosì.it
    Prodotto da  GDPR Cookie Compliance
    Panoramica sulla privacy

    Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.

    Puoi regolare tutto le impostazioni dei cookie navigando le schede sul lato sinistro.

    Cookie strettamente necessari

    Cookie strettamente necessari devono essere abilitati in ogni momento in modo che possiamo salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.

    Cookie di terze parti

    Questo sito Web utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari. </ P>

    Il mantenimento di questo cookie abilitato ci aiuta a migliorare il nostro sito web.

    Cookie Policy

    Maggiori informazioni sulla nostra Cookie Policy