di Mario Tiberi
Raccogliendo inviti e sollecitazioni provenienti da plurimi settori societari, torno ad argomentare di libertà democratiche, civili e politiche.
In quanto esseri umani civilizzati e dunque resi civili, oltretutto organizzati democraticamente in una società, siamo liberi di pensare, di esprimere le nostre opinioni, di scegliere e di agire. La facoltà della libera scelta, di pensiero e di azione, ci viene attribuita e riconosciuta come il diritto per eccellenza, indivisibile e inalienabile.
Ma codesta sentitissima esigenza di libertà che ognuno di noi reclama e afferma quotidianamente attraverso le proprie decisioni, di qualunque natura esse siano, e che istintivamente siamo portati a difendere e rivendicare ogniqualvolta la sentiamo minacciata, non dovrebbe essere un qualcosa di più di un semplice diritto conferitoci? Più che un qualcosa di estrinseco che ci viene consegnato, non è forse un qualcosa di intrinseco, di primigenio e di profondamente connaturato all’umanità in quanto essenza di soffio vitale dell’essere Uomo?.
La libertà non può essere identificata semplicemente in un diritto istituito socialmente e costituzionalmente, perché è sì anche questo, ma in esso non si esaurisce la sua più intima natura e il suo più verace significato.
La libertà non è dunque solo un diritto, ma non è nemmeno solo un valore: non va infatti considerata soltanto come un auspicabile ideale da perseguire perché non è un qualcosa di lontano a noi, che abbisogna di essere raggiunto e conquistato, ma ci coappartiene, ovvero è parte integrante fin da sempre della nostra essenza e, quindi, della nostra stessa esistenza.
La libertà che si esplica attraverso le nostre idee, i nostri giudizi e deliberazioni e, infine, attraverso i nostri atti, in realtà viene prima di tutto ciò: la libertà è pre-sociale, è pre-morale, è pre-istituzionale, nel senso che è la nostra stessa volontà, autonoma e indipendente, e non un qualcosa che ci può essere dato come tolto.
I regimi oppressivi, i totalitarismi, le dittature sono certo nemici e ostacoli alla libertà: sono forme di coercizione istituzionalizzata che agiscono prima contro la libertà individuale e, poi, contro quella collettiva e sociale, non solo temporalmente, perché la prima è cooriginaria all’uomo e la seconda ne è una diretta conseguenza e l’una non rappresenta il contrario dell’altra.
Anzi, detti regimi divengono ordinamenti in virtù di prolungata assuefazione e il più delle volte percepiti, anche se ciò può apparire una blasfemia, come sinonimi di spacciate libertà in forma, però, distorta, mistificata e violenta tanto da non rispondere più alla libera volontà, ma alla schiavizzante sete di potere.
L’essere umano in quanto autocosciente, consapevole di se stesso, del proprio pensiero, della propria volontà e del proprio agire, è connaturalmente libero e codesta condizione di congenita libertà non può essere solo possibilità di scegliere tra una o più alternative affidate al caso, ma deve coincidere con la nostra natura e volontà di autodeterminazione e di autorealizzazione, nei limiti delle nostre facoltà e capacità.
Ma se vi sono dei limiti, che libertà è? E’ la nostra libertà che fissa lei stessa quei limiti, i quali impediscono che essa sia cieca, arbitraria e casuale. E’ il socratico “Ghnoti seauton”, conosci te stesso e, quindi, conoscendoti conosci la tua libertà e, una volta conosciuta, si comprenderà come il suo vero e reale contrario è e sarà la non volontà, l’apatia, l’estraneazione e l’alienazione, il rifiuto di se stessi, della propria natura e della propria vita.
Tutto quanto precede, per dire che non ci dobbiamo far raggirare e manipolare perché avvinghiati da strategie che giocano con le nostre insicurezze e vicissitudini e che ci portano a dimenticare ciò che siamo e vogliamo essere veramente. Che non possiamo accontentarci di scegliere tra opposte opzioni solamente perché sono queste le due sole possibilità che ci vengono offerte; se ci sentiamo, se vogliamo, se ci sembra più appropriata e giusta una terza soluzione, dobbiamo cercare in tutti i modi di darle spazio e vita.
Nel ringraziare, infine, Pier Luigi Leoni e Franco Raimondo Barbabella per avermi fatto riscoprire la figura di Alexis de Tocqueville, filosofo, politico, storico francese e considerato universalmente uno dei più importanti fondatori e promulgatori del pensiero liberale e della moderna sociologia, ne riporto qui di seguito una sua affermazione da ritenersi sinottica sul concetto di libera estrinsecazione dell’umana coscienza: “Ai miei occhi le società umane, come gli individui, diventano qualcosa solo grazie alla libertà”.