di Pier Luigi Leoni
Nel Movimento 5 Stelle ha trovato espressione il disgusto per l’Italia mafio-massonica, dominata dalla Massoneria internazionale e dalle mafie nostrane. Dura da troppo tempo il giochino dell’indebitamento pubblico e dell’arricchimento privato. Ma da qualche tempo il giocattolo s’è rotto e il ceto medio, che sta scivolando verso la povertà, ha paura e si ribella. C’è tutta una letteratura in merito, a cominciare dal celebre libro inchiesta del 2007 “La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Se un covo massonico come il Corriere della Sera ha consentito a due suoi giornalisti di scrivere un libro del genere, segno è che pure chi ha sguazzato nel sistema s’è messo paura. Siamo in una fase pre-insurrezionale e non scorre ancora il sangue per le strade anche perché c’è Grillo che ha inventato un modo per convogliare il disgusto. Un italiano su tre ancora spera nel nababbo piduista Berlusconi; un italiano su tre ancora spera in una sinistra di professionisti della politica allo sbaraglio; ma un italiano su tre è particolarmente incazzato.
È per questo che Grillo punta all’umiliazione sia della sinistra che della destra e cerca di spingerli a un accordo o a una lite che li sputtani davanti ai loro elettorati. È un gioco al massacro delle istituzioni, è la derisione degli impotenti che s’illudono o fanno finta di essere ancora dei seduttori. Meglio questo che le barricate.
Come se ne uscirà? La repubblica mafio-massonica dovrà darsi rapidamente un’assestata mandando avanti coloro che sono ancora in grado di dire (e di fare) qualcosa d’intelligente. I presidenti del Senato e della Camera l’hanno capito, anche perché non provengono dalla casta politica. Vedremo come andrà a finire.
Quanto al Movimento 5 Stelle, salta agli occhi che esso include dei radicali che vogliono buttare l’acqua sporca col bambino e mettersi loro a sguazzare nell’acqua pulita del bagnetto. Ma include anche dei benpensanti che hanno scoperto (meglio tardi che mai) il gioco della politica e sono pieni d’idee; anzi, traboccano d’idee che spesso cozzano le une con le altre. Vi sono pure degli intellettuali attempati che cercano di flirtare col Movimento, ma sono pochi, e poiché gl’intellettuali hanno fiuto, ciò è segno che pensano che il Movimento non durerà.
Non so quando le due anime arriveranno allo scontro frontale, quando il movimento tempererà l’incandescenza dello stato nascente, quando gli entusiasti cederanno alla tentazione della democrazia (alla quale non sanno resistere le persone evolute, perfino quelle laureate nelle università italiane), quando si stuferanno del comico e del suo amico informatico, che sono in troppi per fare entrambi i padri padroni.
Ma non sarà più come prima delle ultime elezioni politiche, perché un settore della società e del Parlamento che morderà i garretti alla repubblica mafio-massonica rimarrà molto a lungo.
E a Orvieto, nel nostro piccolo, che succederà?
Credo che chi ambisce a governare la nostra città, spinto dallo spirito di sacrificio o da una insana ambizione, non debba andare a caccia dei grillini, ma debba tener conto che ci sono e che hanno buoni motivi per essere incazzati.