Il Movimento 5 Stelle dei Territori Orvietani prende posizione ufficiale in occasione dell’incontro tenutosi a Parrano il 2 marzo su iniziativa del locale comitato contro il progetto Eolico sul Monte Peglia, proposto dalla Innova Wind Srl, e purtroppo sino ad ora non immediatamente ed adeguatamente fermato da radicale inoppugnabile opposizione delle autorità locali (comuni, provincia, regione).
Alla presenza dei sindaci di Parrano, Ficulle, Montegabbione, di assessori e rappresentanti dell’assemblea regionale – e a sostegno delle associazioni di cittadini ed ambientaliste che si sono da tempo già attivate in tale senso – incalzando concretamente i sindaci dei comuni dell’alto orvietano, direttamente o indirettamente interessati dal progetto di realizzazione del mega impianto eolico sul Monte Peglia, abbiamo chiesto un impegno forte in sede di delibere comunali e presso le autorità regionali in modo da modificare o riaprire i termini di una programmazione territoriale coerente con la vocazione antropologica e naturalistica dei territori in oggetto, in molti casi mai compiuta, o compiuta in modo manchevole, al fine di scongiurare la realizzazione dell’ennesimo inutile, dannoso e meramente speculativo, eco-mostro.
Il fatto che progetti in campo di produzione energetica industriale possano interessare aree naturalistiche come il Monte Peglia è un assurdo senza bisogno di ulteriore commento; non è il “fuori scala” dell’attuale modello di progetto di centrale eolica che ci interessa – anche se in questo caso all’assurdo si aggiunge l’assurdo speculativo e criminale del fuori scala stesso – ma il fatto che una cosciente, consapevole programmazione territoriale dovrebbe sottrarre tutte le aree vocate naturalisticamente a simili progetti di natura industriale, che siano di produzione energetica tradizionale o rinnovabile, ma fortemente invasive, per nulla utili allo sviluppo dei territori interessati, e che, come in altre regioni italiane, hanno dimostrato la totale inutilità ed inefficienza, al di là del guadagno speculativo per il capitale privato assistito e le burocrazie locali che ne hanno favorito l’installazione.
Il Movimento 5 Stelle Territori Orvietani ha chiesto con fermezza che venga scongiurata la realizzazione del progetto, superando il colpevole vuoto di programmazione amministrativa, se non la colpevole connivenza, che rende possibile la presentazione stessa di un progetto di sviluppo energetico industriale in aree che hanno, antropologicamente e naturalisticamente, tutt’altra vocazione, fisionomia ed indirizzo di sviluppo possibile: inutile dire che se fossimo stati noi a governare questi territori avremmo da tempo deliberato una programmazione delle aree destinabili allo sviluppo industriale totalmente diversa da quella fatta, o mai fatta, dalle attuali amministrazioni.
Sappiamo bene che lasciare un “vuoto” di programmazione in presenza di una sciagurata legge nazionale ed un altrettanto sciagurato indirizzo di sviluppo europeo, che punta a limitare le autonomie locali, significa, purtroppo, una occasione, per chi gestisce le amministrazioni, di fare affari e speculare sulla distruzione del proprio territorio: nel Sud Italia è avvenuto ovunque, e proprio sull’eolico, impediamo che avvenga anche in Umbria!
Giacché molte amministrazioni comunali, pressate dalla opposizione dei cittadini, hanno manifestato in vari modi la loro contrarietà al progetto, il Movimento 5 Stelle Territori Orvietani ha chiesto esplicitamente che le autorità locali adottino lo strumento principale che hanno per tutelare i territori di competenza nei confronti di progetti che si avvalgono di funzionalità legislative di “indirizzo strategico”, e che quindi si avvantaggiano di una prassi legale favorevole ad imporre il progetto di sviluppo anche in presenza di opposizione da parte delle autorità locali stesse:
questo strumento è la programmazione territoriale, che definisce le aree su cui è possibile o meno sviluppare questo o quel progetto industriale, uno strumento che è in grado di sottrarre senza se e senza ma aree di importante valore naturalistico e paesaggistico a qualsiasi intervento di natura industriale.
Chiediamo che i sindaci e le autorità provinciali e regionali si assumano sin da ora tutte le responsabilità della eventuale realizzazione di questo assurdo eco-mostro: non avere adottato, in territori come i nostri, adeguati strumenti di programmazione in grado di proteggere le aree naturalistiche e paesaggistiche, così come i loro abitanti, è per noi del M5S già di fatto colpevole connivenza.
Denunciamo inoltre la consueta prassi dello scarica barile in uso nelle amministrazioni che non vogliono o non hanno il coraggio di dotarsi di una politica territoriale coerente: dalle amministrazioni comunali si scarica sulla provincia, da questa sulla regione, e viceversa, in modo che i progetti, con le pressioni dovute, rimangano in piedi e lentamente si facciano strada.
Inutile anche in questo senso – come ci è stato detto nell’incontro di Parrano – pensare che una decisone di programmazione territoriale debba esser presa passando per una “conferenza dei sindaci”: se sindaci ed amministrazioni vogliono coordinarsi ben venga, ma questo non solleva ogni amministrazione dalla responsabilità di tutelare il proprio territorio con gli strumenti che ha.
Non accetteremo rimpalli di competenza: vi inchioderemo a quello che farete o non farete.
Per noi realizzare qualsiasi impianto industriale in un’area ad alta vocazione naturalistica e paesaggistica come il Monte Peglia, appellandosi ad indirizzi di sviluppo comunitari sulle rinnovabili, a pseudo benefici di natura economica che hanno dimostrato in molte occasioni solo la loro nocività per i più e l’arricchimento di pochi, non è sbagliato soltanto da un punto di vista tecnico, per l’impatto ambientale specifico e per la totale inutilità energetica, ma è un’impresa di portata criminale nell’idea di modello di sviluppo che viene perseguita.
Ad essa ci opporremo con ogni mezzo necessario.
Movimento 5 Stelle Territori Orvietani