ORVIETO – Se lo sentiva ormai, perché in questi ultimi giorni aveva salutato tutti quelli che doveva salutare, con lunghe conversazioni con chi lo andava a trovare in ospedale e perfino con una sorta di testamento spirituale che è stato letto in Duomo ai suoi “parrocchiani” durante le celebrazioni della Settimana Santa. E così ieri mattina alle 8,55 monsignor Italo Mattia, parroco da 35 anni della Cattedrale di Orvieto, si è spento all’ospedale di Orvieto al termine di una lunga malattia combattuta con forza ed estrema dignità fino agli ultimi istanti della sua vita. “Non siamo nati per morire e per finire sotto terra, siamo nati per l’Eternità”. Così don Italo diceva in una sua recente intervista e con questa certezza se ne è andato, facendo mancare una pietra miliare nella Diocesi e nella Chiesa di Orvieto.
Fine teologo, aperto al dialogo soprattutto con le giovani (tante le generazioni cresciute nei campeggi estivi), una forte personalità animata anche da una vivace passione civile, don Italo Mattia, nativo di Allerona – era nato il 2 luglio 1940 – ricevette l’onere e l’onore di essere nominato titolare della Cattedrale di Orvieto nel 1978, dopo un breve periodo da vice parroco nel quartiere di Orvieto scalo e poi ancora come vice parroco del Duomo. In seminario, ad Orvieto, era entrato a 11 anni, nel 1951 per essere poi ordinato presbitero nel 1964. Vicario Episcopale per la Catechesi e la Scuola, nonché direttore dell’Ufficio di scuola e pastorale scolastica della Diocesi di Orvieto-Todi, don Italo Mattia ha vissuto pressoché tutto il trentennale mandato episcopale del vescovo emerito Decio Lucio Grandoni (1974 – 2003) col quale era in grande sintonia.
“Se ne va un grande orvietano nato ad Allerona” lo ricorda, Stefano Cimicchi, sindaco di Orvieto dal 1991 al 2004, altro personaggio importante di quegli anni e altro alleronese. “Ha amato Orvieto e il suo Duomo con una passione unica, forte e irripetibile – ricorda Cimicchi – Ho avuto con lui un rapporto dialettico, perché entrambi abbiamo vissuto le nostre passioni come fossimo tifosi di una squadra di calcio. Lui del Torino ed io dell’Inter. Era uomo di Chiesa e amava la “sua” Chiesa, disponibile a scontrarsi con chiunque pur di difenderla. Ho parlato a lungo con don Italo pochi giorni orsono. Sapevamo entrambi che sarebbe stato il nostro ultimo colloquio e non ci siamo negati nulla. Italo era un uomo vero al quale non piacevano gli ipocriti e lui non lo era di certo. Oggi meno che mai”.
Così lo ricorda, invece l’attuale sindaco di Orvieto, Toni Concina. “Personalmente – afferma – ho conosciuto da vicino don Italo Mattia solo in questi ultimi anni nella veste di sindaco di Orvieto. Anni difficili da molti punti di vista e per varie vicende non solo politico-amministrative. Anni che anche don Italo ha attraversato non senza i tormenti dell’attuale momento storico caratterizzati da tensioni e difficoltà dei rapporti umani. Ultimo colloquio con don Italo in ospedale martedì della scorsa settimana, quando aspettava con ansia riscontri da nuovi controlli, con il consueto ottimismo, la consueta forza e la consueta speranza. E l’ho salutato questa mattina presto (ieri per chi legge, ndr), composto e sereno nel riposo. Oggi è dunque un giorno particolare – conclude il sindaco nel rivolgere le condoglianze ai familiari – in cui gli rivolgiamo tutti un pensiero grato e affettuoso”.
Anche il vescovo monsignor Benedetto Tuzia, chiedendo alla comunità cristiana una preghiera di suffragio, ne ha voluto ricordare “il lungo ministero pastorale, avvalorato dalla sofferenza della malattia”. I funerali verranno celebrati domani in Duomo alle 10,30 mentre da ieri pomeriggio è allestita la camera ardente nella chiesa di San Giuseppe. Rinviato a data da destinarsi il concerto previsto per domani pomeriggio in Duomo.