di Cristina Calcagni
La giornata internazionale della donna (comunemente definita festa della donna) ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.
Eccoci qui nuovamente a festeggiare un altro anno, appena iniziato, e che, almeno per il nostro Paese, ha visto in questa recentissima tornata elettorale aumentare notevolmente il nostro impegno in politica. Effettivamente il futuro Parlamento che si andrà a costituire, grazie anche all’impegno di partiti vecchi e nuovi, vedrà più del 40% dei parlamentari al femminile. Un risultato straordinario quello di quest’anno. E’ vero abbiamo superato questo “nuovo inizio” annunciatoci dai Maya in modo brillante. Ancora molte cose da fare, soprattutto per chi voglia trovare una propria identità lavorativa in Italia a prescindere dalla politica. Chissà se con queste nuove formule anche il fenomeno più agghiacciante legato al femminicidio andrà via via estinguendosi. La mia è ovviamente una speranza e un ennesimo appello all’altro sesso affinchè si faccia sempre promotore della non violenza sulle donne. Il 2012 si è chiuso con circa 117 casi di donne vittime di mariti, fidanzati e ex che mal sopportando la perdita della propria compagna/moglie hanno deciso di rispondere con l’omicidio anziché affidarsi al potere delle parole. Non dimentichiamoci che il 93% della violenza che una donna subisce dal partner o dall’ex resta sconosciuta perché non viene denunciata.
Vorrei qui menzionarle tutte le nostre sorelle uccise negli ultimi anni, ad una in particolare, l’ennesima, va il mio ricordo: Giuseppina morta dopo tre giorni di agonia lo scorso 11 febbraio, dopo esser stata investita e bruciata viva da suo marito. L’emulazione è un fenomeno che mi ha sempre spaventata, Giuseppina infatti non è la prima a morire così. Oggi vanno di moda le taniche di benzina. A questa aggiungo il fenomeno recentissimo della protesta delle Femen, certo non avrei timore a girare per strade e ad incontrare delle donne che a seno nudo manifestano contro chi pensa ancora di poterci trattare come oggetti. Quanti agenti di pubblica sicurezza impiegati per fermarle. Costrette viso a terra per essere ammanettate. L’accusa è quella di oltraggio alla pubblica decenza. Non è forse un oltraggio alla pubblica decenza dignità di noi tutte le affermazioni, sempre le stesse, di Berlusconi fatte ad una giovane imprenditrice durante una convention del PdL nella recente fase di campagna elettorale? Non sono forse da considerare come oltraggiosi gli applausi che ne sono seguiti? Abbiamo trascorso molto tempo ad occuparci dei problemi delle donne, più sfortunate, nel mondo trascurando che, da noi, la situazione femminile non sia proprio da paese delle Meraviglie.
Mi piace guardarmi indietro anche per valutare i passi in avanti che possono esser fatti. Trentamila anni fa una nostra antenata, passeggiando tra i campi, mentre gli uomini erano impiegati nella caccia, trovò un piccolo terreno con del grano selvatico. Incuriosita dalle spighe ne setacciò i chicchi più belli e provò a seminarli in un campo più fertile. Il primo agricoltore sulla Terra: una donna.
Buon 8 marzo a tutte.