Maxi evasione fiscale perpetrata da una impresa di pulizie operante a Terni e provincia. Incurante della normativa fiscale un imprenditore ternano ha omesso di dichiarare una somma pari ad 1 milione e 300 mila euro di elementi positivi di reddito e 260 mila euro di IVA dovuta, oltre ad omettere il versamento di IVA per 450 mila euro.
Semplice ed insidiosa la modalità di evasione: senza mezze misure R.A. di anni 53 ha pensato bene di ignorare qualsiasi obbligo di dichiarazione. Cosi, tanto per non incorrere in discussioni. Poi, prima di essere scoperto vende la società. Una strategia probabilmente maturata nel tempo.
Nei primi anni di attività, infatti, l’imprenditore aveva regolarmente presentato le previste dichiarazioni fiscali, “limitandosi” a semplici omessi versamenti d’IVA. Poi deve averci preso gusto. Meglio non lasciare tracce, deve aver pensato. E così, un bel giorno, ha deciso direttamente di non adempiere più agli obblighi di corretta tenuta e conservazione delle scritture contabili e di non presentare più le dichiarazioni I.V.A. ed Imposte Dirette.
Al fine di determinare l’ammontare dei ricavi percepiti i finanzieri hanno così dovuto effettuare una serie di ricerche di dati ed informazioni partendo dalla scarna documentazione rinvenuta all’atto dell’accesso in ditta effettuato in occasione dell’avvio delle operazioni ispettive, sentire persone, ricercare prove e documenti contabili ed extracontabili fino a contestare violazioni che prevedono sanzioni sia dal punto di vista penale tributario sia amministrativo.
Al termine delle predette attività di verifica il precedente imprenditore è stato quindi denunciato alla locale autorità giudiziaria mentre l’attuale dovrà rispondere in solido dei debiti fiscali lasciati. A finire nei guai, pertanto, entrambi i titolari nei confronti dei quali è stata inoltrata alla autorità giudiziaria competente la richiesta d’applicazione del sequestro preventivo per equivalente sui beni nella disponibilità dell’evasore, ancorché precedenti alla sentenza definitiva. Una normativa piuttosto stringente a seguito alla quale, in caso di condanna, i beni sequestrati potranno essere confiscati definitivamente dallo Stato se l’imprenditore dovesse ulteriormente omettere il versamento delle imposte dovute.