di Pier Luigi Leoni
Ogni tanto un assessore se ne va o viene revocato. Ogni tanto il consigliere Angelo Ranchino si lamenta del sindaco che egli ha proposto agli elettori. E puntualmente chi non vede l’ora che l’amministrazione comunale di Orvieto dia forfait si ringalluzzisce; ma sempre con più tenue speranza e calante vigore. Il recente commento alla revoca dell’assessore Brugiotti, firmato dal neosegretario del PD orvietano, è stato redatto in bello stile, ma è algido; non si avverte il fremito dell’indignazione e il calore della speranza. Da parte loro gli amici di Concina quasi non reagiscono più ai veleni; non sembrano, non dico preoccupati, ma nemmeno imbarazzati.
Che sta accadendo?
In effetti non sta accadendo niente.
Ci vuole coraggio, anzi temerarietà, presunzione, anzi ambizione cieca, per aspirare a governare una cittadina depressa, indebitata e pure alluvionata. Chi sta governando resiste per dignità e rispetto della parola data, altrimenti sarebbe da curare. Chi non sta governando non se la sente di anticipare le elezioni, altrimenti sarebbe da curare.