Non è previsto alcun ticket per gli assistiti umbri che rientrano nel programma di screening per la prevenzione dei tumori alla mammella, alla cervice uterina e del colon retto, gli esami saranno infatti totalmente gratuiti: lo ha deciso la Giuntaregionale dell’Umbria su proposta dell’assessorato alla sanità. In un momento in cui diminuiscono le risorse del fondo nazionale ed è sempre più difficile garantire un adeguato livello di prestazioni, l’Umbria – affermano dall’assessorato – va controtendenza, puntando sulla prevenzione come tutela della salute dei cittadini e fattore di equilibrio, anche economico, dell’intero sistema. I programmi individuati – aggiungono all’assessorato – sono quelli ritenuti più efficaci nel panorama scientifico nazionale ed europeo per la diagnosi precoce di queste malattie. L’atto, approvato dall’esecutivo, rende omogenee le modalità operative di screening su tutto il territorio regionale in continuità con i programmi già avviati in Umbria e che risalgono al periodo 1997-2000 per gli screening dei tumori alla mammella e alla cervice uterina, e al 2006 per il colon retto. Il programma prevede per la prevenzione del tumore della mammella il coinvolgimento delle donne tra i 50 e i 69 anni, che verranno chiamate a sottoporsi ad una mammografia ogni due anni. Le donne tra i 25 e i 64 anni sono invece invitate, ogni tre anni, ad effettuare un Pap-test per prevenire il tumore della cervice uterina. Per la prevenzione del tumore del colon retto è previsto un test a domicilio per la ricerca del sangue occulto nelle feci (FOBT) che viene spedito, ogni due anni, a donne e uomini tra i 50 e i 74 anni.
L’obiettivo dei programmi di screening – spiegano dall’assessorato – è la riduzione della mortalità specifica. Nel caso del cancro della cervice uterina e del colon retto attraverso l’individuazione ed il trattamento delle lesioni precancerose, con l’obiettivo di prevenire l’insorgenza dei tumori invasivi. Nel caso del cancro della mammella tramite l’identificazione precoce dei tumori maligni e l’eventuale intervento con terapie chirurgiche e mediche, il più possibile conservative ed accettabili.
I risultati dell’ultimo monitoraggio relativo al 2011 mostrano che i programmi di screening hanno raggiunto un’ampia fascia della popolazione regionale, con un’adesione media agli inviti di circa il 55 per cento. Dati che collocano l’Umbria in una buona posizione nel panorama nazionale.